Omelie
Omelia del 30 agosto 2015 - Domenica XXII per Anno (B)
Navigando a ritroso il fiume della Parola di Dio, che va dalla foce dell’Apocalisse alla sorgente della Genesi, oggi la liturgia fa parlare uno dei tanti discorsi che Mosè fece, per quarant’anni, al suo popolo ora santo e ora ribelle, ora smemorato e ora ricco di memoria, ecc. Oggi Mosè ha detto e ci dice: “Israele, ascolta le leggi e le norme che vi insegno… Le osserverete, perché quella sarà la vostra saggezza”.
Cosa rimase di questo discorso e cosa cambiò con il nuovo Mosè, Gesù? Uno dei più cari e fedeli apostoli di Gesù, san Giacomo, ci ha appena detto: “Accogliete con docilità la Parola”. Poi, per dirci cosa significa ‘mettere in pratica la Parola’, avvia una litania di esempi evangelici sconcertanti: meravigliosi da ascoltare, ma tremendamente attuali, difficili e variegati da osservare. Dice Giacomo, dando voce alla Parola di Dio: “Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: “Visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze…ecc.”. Lascia a noi, sempre navigando la pura e vera Parola di Dio, enumerare tutte le opere della misericordia corporali e spirituali, presenti nel vangelo, ma sottoposte alla continua e subdola tentazione dei sette vizi capitali.
Dopo aver confermato, ma anche purificato Mosè dalla sua visione rigorista della legge, Gesù sposta il comandamento dal ‘devi!’ all’ ‘ama!’. Il ‘devi’ di Mosè, soffocato e reso impossibile dalle innumerevoli norme esplicative dei rabbini, viene rilanciato, ma purificato da Gesù, il Maestro infallibile di ogni legge, lui, il Dio ‘Parola’. Gesù, a chi lo accusava di non rispettare le tradizioni, opera degli uomini, risponde con l’autorità del legislatore: “Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”.
Nulla di nuovo sotto il sole. Quanta gente, anche oggi, si serve del vangelo per distruggere il vangelo, reinterpretandolo sempre e solo a proprio vantaggio, non importa a quale prezzo. Riascoltiamo quello che Gesù disse ai falsi interpreti della volontà di Dio: “Non c’è nulla al di fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro…. E’ dal di dentro, cioè dal cuore, (dalla testa) degli uomini, che escono i propositi di male”.
Cosa imparare da questa lezione magisteriale di Gesù? Cos’è che io sento e ricevo tutti i giorni, dall’esterno, con i miei sensi corporali e spirituale? Sento e ricevo di tutto, ma fin qui, non è né bene e né male. Non è un merito ascoltare un fatto edificante, come non è una colpa essere colpiti, per giorni, da catene di bestemmie che vengono dal vicinato. Diventa un bene, a volte sommo, se so dire certi no a proposte, buone all’apparenza, spesso suadenti, ma promosse da uno dei vizi capitali. Di queste tentazioni, con parvenze buone, oggi è piena l’aria che si respira. Diventa impuro tutto ciò che esce dalla mia mente, dal mio cuore, di consapevolmente impuro. Nella incertezza, il migliore interprete chi è ? La retta coscienza!
don Rinaldo Sommacal