Omelie

Omelia del 15 agosto 2015 - Assunzione (Anno B)

15 agosto. Cuore dell’estate. Molte le manifestazioni. Tutte all’insegna della festa. 

Se ‘ferragosto’ è la parola che lievita le giornate del calendario mondano, per i cristiani il ferragosto è marchiato con un altro nome, capace di fare breccia nel più alto dei cieli, con una celebrazione universale: Solennità di Maria, Assunta anima e corpo in cielo e proclamata dal suo diletto Sposo, Regina del cielo e della terra. Oggi, Maria, dal suo trono di gloria, torna con questa liturgia tra noi , per dirci: “Più io sono paradiso, e più mi immergo in voi, con un unico desiderio: che nessuno vada perduto e che tutti un giorno siano con me, nella casa del Padre, poiché tutti, in Cristo, siamo suoi figli”. Le chiediamo: “ donaci un piccolo saggio della tua spiritualità che ti ha portato così in alto”.

Maria non esita ad esaudirci. Potrebbe farlo percorrendo mille e mille strade, in mille e mille modi. Le chiediamo di parlarci con le stesse parole con cui, sulle montagne di Giuda, rispose al saluto dell’anziana cugina Elisabetta. Il ‘magnificat’ che uscì dalla sua bocca, dal suo cuore e dalla sua sconfinata femminilità, è ambone perennemente  parlante. Ma, se il suono delle parole è uguale per tutti, ognuno, nel riceverle e nel meditarle, le sente sue, come la pioggia che scende uguale, ma è recepita da ogni creatura in modo diverso, originale unico e creativo. Con l’intento di far risuonare, non la mia, ma la tua voce, che, come quella di una mamma, sa diversificarsi a seconda dei nostri bisogni, raccolgo  alcune delle tue parole da quell’inno uscito dalle tue labbra, che pervade i tempi, i luoghi e ritorna in cielo pieno di ottimi frutti. 

Al mirabile saluto di Elisabetta, tu rispondesti con naturalezza: “L’anima mia magnifica il Signore”. Di solito noi, quando riceviamo un complimento, anche sinceramente meritato, siamo tentati di alimentare la nostra vanità, magari in parte anche motivata. Maria mi dice: “Rallegrati pure del bello che hai e che sai fare, ma non dimenticare che tutto hai ricevuto e che, Colui che te lo ha dato, si aspetta che tu abbia da magnificarlo”. Sì, é meglio essere un grazie con alleluia, anziché un alleluia egocentrico.

Gli chiedo:“Perché senti il tuo spirito esultare?” Ci risponde immediatamente: “Perché il Signore ha guardato all’umiltà di questa sua serva”. Chi predica oggi l’umiltà come fosse un enorme valore? Siccome la può predicare soltanto l’umile vero, siccome oggi l’umiltà sembra più una ingenuità che una virtù, il motivo dell’esultanza vera oggi è quasi scomparso, o è presente solo in chi ha il coraggio di riconoscersi fragile, bisognoso, peccatore, ma amato da Dio. 

Cosa fa Dio all’umile, e Maria, la capofila degli umili? Ce lo dice ancora Lei, a conclusione della nostra meditazione: “Ha innalzato gli umili”. Ti diciamo: “Grazie Mamma”.  Chiudo con una strofa  della poesia  ‘un pastore errante dell’Asia’, definita ‘cantico dell’umiltà’, di Giacomo Leopardi.

don Rinaldo Sommacal