Omelie

Omelia del 12 luglio 2015 - Domenica XV per Anno (B)

“Gesù chiamò a sé i dodici” dice il vangelo di Marco. E’ una chiamata vocazionale e missionaria. Vocazionale: cioè Gesù li chiama alla sua sequela. E’ quello che fa con tutti, prima o poi. E’ quello che ha fatto a me, a voi, a tutti. I dodici risposero “SI”. Interroghiamoci: siamo un SI a Gesù che anche ora mi chiama? E’ una chiamata missionaria.

Gesù, dopo aver avuto il loro SI alla chiamata, inviò i dodici, due a due, ad evangelizzare, non con i loro poteri, ma quelli ricevuti da Gesù. Ma ogni singolo pastore, ogni cristiano, devono metterci del loro, non quindi  semplici esecutori, ma protagonisti. Gesù, però, fa capire ai dodici, teste dure, (oggi a noi) che la missione non sta nel fondare un regno terreno, politico, orizzontale, economico, ecc.

Gesù consegna le armi della sua evangelizzazione messa nel cuore di ognuno dei dodici. Gesù detta alcuni imperativi, che saranno le vesti degli evangelizzatori di ieri, di oggi, di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Sentiamo la carta di identità del missionario: deve sentirsi sempre un chiamato; sarà sempre un mandato da Gesù; se sarà in Cristo, avrà i poteri di Gesù, compreso quello di cacciare i dèmoni; non avranno zaini in spalla con entro ogni ben di Dio: saranno liberi perché poveri; busseranno alla porta delle famiglie e diventeranno padri, madri, figli, fratelli…; se accolti, rimangano, ma quel tanto che non sia un peso o una perdita di tempo prezioso.

A quale scopo la visita alle famiglie? Donare a tutti la parola di Dio e convertirsi ad essa. Perché non facciamo nostro questo meraviglioso dono? Risentire la chiamata, dire il nostro SI, accogliere per essere accolti.

don Rinaldo Sommacal