Omelie
Omelia del 12 aprile 2015 - Pasqua II (Anno B)
Cosa significa il detto, ‘otto giorni dopo’, usato spesso dalla liturgia, oggi in particolare? E’ un altro modo per dire ‘Pasqua’. Non una semplice commemorazione, bensì un rinnovare nel tempo la Risurrezione di Cristo, storicamente avvenuta una volta per sempre, in Terra di Palestina.
Quale magistero dichiarò Pasqua della settimana gli ‘otto giorni dopo?’ Fu l’apostolo ed evangelista Giovanni. In un primo momento annunciò la solenne apparizione del Risorto a tutto intero il Collegio Apostolico, avvenuta la sera di qual ‘giorno dopo il, sabato’, giorno senza nome. Dice Giovanni: “La sera di Pasqua Gesù apparve agli apostoli riuniti nel cenacolo”, ma mancava Tommaso, che poi, al racconto degli altri, fece l’offeso con Gesù.
Quindi Giovanni continua il racconto delle apparizioni di Gesù Risorto otto giorni dopo. Questa volta gli apostoli sono tutti presenti. Gesù Risorto appare loro come la prima volta. Ma lo scopo di questa seconda apparizione è assolutamente nuovo. Lo volle Gesù che gli diede il sigillo della perennità. Giovanni la chiamò: ‘otto giorni dopo’. Quel “otto giorni dopo” divenne per gli apostoli ed i discepoli di Gesù il ‘giorno del Signore’, la ‘domenica’, la Pasqua della settimana. Quel giorno senza nome, divenne l’origine dei giorni e la porta d’ingresso dei risorti in Cristo.
Non ci resta che chiederci: “Cos’è diventata per noi la domenica, la Pasqua della settimana?". Già all’interno del Collegio Apostolico si verificarono, proprio il giorno della Risurrezione di Cristo, delle divergenze, dei dissapori, facendo gli offesi. Quanti cristiani alla ‘Tommaso’ lungo i secoli, furono vittime dell’invidia, del malcontento, della critica, della gelosia, quasi si sentissero abbandonati da Gesù, dalla Chiesa, dalla fede, quindi dalla speranza. Gesù torna a tutti i vari ‘Tommaso’ e indica loro il suo costato, facendo capire che noi, per lui, non siamo uno dei tanti, dimenticati e ignorati, ma quei resi beati perché miti, puri di cuore, giusti, umili, costruttori di pace senza pubblici diplomi, , a servizio se in autorità, ecc.
I due Tommaso stanno entro di noi. Il primo Tommaso è il cenacolo dei nostri malcontenti. Il secondo Tommaso è colui che perennemente invoca il Risorto, per risorgere con lui dai suoi piccoli o grandi difetti. Chissà perché san Giovanni Paolo II ha proclamato l’ottavo giorno di Pasqua, “giorno della Divina Misericordia?" Cos’é che ci salva e ci salverà anche il giorno del giudizio? Non certamente i nostri meriti, che, se ci sono e devono esserci, sono tutti frutto di quelle facoltà gratuitamente ricevute e ben usate. Se vogliamo fare la litania dei nostri meriti, sempre più ci appaiono, invece, i nostri difetti. Qual é la strada sicura che ci poterà a celebrare la pasqua di risurrezione? Gesù! Sempre e solo Lui, divina misericordia.
don Rinaldo Sommacal