Omelie

Omelia del 22 febbraio 2015 - Quaresima I (Anno B)

Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio”. E’ Pietro apostolo che, con queste fortissime parole, lancia la nostra nuova quaresima. Ogni parola va centellinata, spremuta, bevuta. Ci condurrà nel cuore del mistero entro cui ci siamo anche noi: protagonisti ora negativi ora positivi. Pietro butta lì quel nome che gli sta conficcato giorno e notte, dalla testa ai piedi. Ogni volta che lo pronuncia, un singhiozzo gli strozza la gola. 

Il nome da brivido è: Cristo! Perché, con questo nome, la Chiesa di Pietro, di cui facciamo parte, bussa alle porte della Quaresima, che, dell’anno liturgico, è il tempo più sconcertante, contradditorio, amato, inquietante  e salvifico? Lo dice, con pochissime parole, Pietro. Parole che riflettono ciò che hanno visto i suoi occhi. Parole che gli fanno sobbalzare continuamente il cuore di  sofferenza e di gioia. Parole che tornano ad essere la sua  dichiarazione di fede, non quella  del Simone, famoso per le sue spacconate, ma di Pietro diventato roccia incrollabile su cui Gesù volle fondare e fondò la sua Chiesa. Parole che Pietro disse a Gesù come in una confessione, lungo la spiaggia del lago: “Signore, tu sai tutto. Tu sai che io ti amo”.

Pietro che, con impresse nei suoi occhi le gocce di sangue che vide scorrere sul viso di Gesù quella notte terribile, nell’orto degli ulivi, quando Gesù-Dio non si vergognò di confessargli la sua paura ed il bisogno che aveva dell’amico, ma che l’amico non seppe dargli. Quel Pietro che vide Gesù, trascinato via come un delinquente, quella notte, quando sembrò che Satana avesse la rivincita, dopo la sconfitta cocente del deserto; quel Pietro, qual piuma al vento, che, alla domanda di una servetta: “Anche tu eri con Lui?” disse “No ” 

Quel Pietro ora è qui. Con tutto il suo amore ci dona il suo, il nostro, il Gesù di tutti. Il Pietro che ci parla oggi è l’uomo nuovo, che ha ripreso il suo mandato, consegnatoli da Gesù che gli disse “Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle”. E’ con quella autorità che oggi Pietro ci dice: “Cristo è morto una volta per sempre per i peccati…per ricondurvi a Dio”. Gesù è il nostro Cristoforo!

Ma che peso gli abbiamo posto sulle sue spalle, per lasciare la valle di lacrime e raggiungere la vetta! Tutti noi, spesso, siamo croce per Cristo. Con quanta indifferenza passiamo davanti a Lui, aridi come quel deserto dove lo abbiamo lasciato solo, per quaranta giorni, senza vitto e alloggio, come fosse un delinquente, non degno di uno sguardo di compassione. Quando la fede languisce, il maligno gongola. Satana fa di tutto per isolarci da Gesù e di lasciarlo senza truppe, per poter cantare vittoria con le sue truppe, riapparse ai giorni nostri così numerose e minacciose.

Le tentazioni fatte da Satana sono astute, subdole, spesso droghe vincenti. Torniamo a Gesù. La strada? Il Vangelo! “Convertitevi e credete al vangelo". Guardiamo la Pasqua ormai vicina. All’orizzonte si vedono tanti bel colori. Sono i sette colori su cui è appeso l’arco. In cielo c’è pace con noi. E pace sia tra noi e con Dio.

don Rinaldo Sommacal