Omelie

Omelia del 18 gennaio 2015 - Domenica II per Anno (B)

“Il Signore chiamò: “ Samuele!” Egli rispose: “Eccomi”. Così inizia oggi la liturgia della Parola e qui ci fermiamo.

E’ uno dei modi con cui il Dio di Gesù Cristo e Gesù Cristo figlio di Dio, prediligono per entrare in dialogo con noi, con ognuno di noi, ma con la mediazione di qualche interlocutore. Samuele dormiva. Può essere una colpa se questa dormizione è un vizio di chi non vuole o non sa ascoltare. E’ una necessità per chi si riposa, dopo la giusta fatica ed in vista di nuove e doverose fatiche.

La nostra vita essenzialmente è un  continuo interagire tra chiamate e risposte, risposte e chiamate, allo scopo di salire sempre più ai piani alti del nostro vivere. Più si è assetati di vita e più la vita diventa un dialogo tra domanda e risposta, risposte e domande. Allora si può dire che la vita di ognuno di noi, che vuol essere un io pensante, è un sentire la chiamata, verificarla con l’aiuto di un mediatore e rispondere con scelta personale, per salire su un più alto interrogativo, che fa crescere per far crescere.

La vita vera è un dialogo, mai un monologo o un fatale imperativo. Samuele, il chiamato, siamo tutti noi. Unico è colui che chiama a qualsiasi ora della notte e del giorno. Samuele, l’ adolescente che sente la chiamata, ma non sa capirla da solo,  diventa per noi, oggi, sempre ed in ogni età, una icona parlante. 

I bambini hanno un loro modo di chiedere, di ascoltare. Spetta ai familiari imparare il loro vocabolario, per trasmettere messaggi che a suo tempo saranno percepiti. I giovani, che bussano alle porte della loro personale scelta di vita, gli adulti che hanno già scelto, ma devono  verificarla, o per confermarla, o per migliorarla, o per correggerla e così via, … non cessino mai di porsi, con sincerità e vigoria, le fondamentali domande, che sono: “Chi sono io? Da chi e da dove vengo? Per essere e fare cosa? Ed in vista di che e di chi?

Qui spunta la figura del  prezioso mediatore tra me, il chiamato e colui che mi chiama, cioè Dio. Non possiamo allungarci per meditare sulla varia e provvidenziale schiera dei mediatori tra noi i chiamati per nome e Dio che chiama, lui che legge i nostri nomi scritti sul palmo della sua mano. Il brano biblico da poco ascoltato, immortala un mediatore speciale e pieno di sapienza, di nome Eli. Era un sacerdote che viveva giorno e notte nelle stanze del Tempio di Gerusalemme, con il compito di essere una guida, un padre spirituale per i novizi del Tempio. 

Tre sono le figure determinanti per l’educazione integrale dei bambini, dei ragazzi, degli adolescenti, dei giovani, degli adulti e degli anziani: l’educatore, l’educando e il mediatore: messaggero fedele dei vari messaggi, inviati dall’educatore. Nel nostro caso: Dio e solo lui  è l’educatore; ognuno di noi l’educando; innumerevole la schiera dei mediatori. Attenti, però, agli infiltrati per far dire a Dio ciò che Dio non dice. Beato l’anziano che va verso la pienezza del suo sapere per essere quello che sa.

don Rinaldo Sommacal