Omelie

Omelia del 1 gennaio 2015 - Capodanno (Anno B)

Per mezzo di Lei abbiamo ricevuto l’autore della vita!” Così comincia la liturgia di Capodanno. Questa affermazione, se penetrata, ci rapisce e, di meraviglia in meraviglia, ci manda in estasi. Ci chiediamo: “Chi è questo ‘autore della vita’ che abbiamo ricevuto?” “Per mezzo di chi viene dato a noi Colui che ci dice: “Io sono l’autore della vita?

Nessun dubbio circa l’autore, l’eterna sorgente del tempo! Solo Dio può essere il Vivente che dà vita. Lo ha fatto! e continua la sua infaticabile opera di Creatore. Anzi, se siamo qui,(e siamo realmente qui), come prima preghiera del nuovo anno, sia un‘grazie’ sconfinato verso Colui che ci ha fatto esistere e ci fa essere qui.

Ma, ecco la sorpresa: per darci l’esistenza umana divinizzata, anche Dio, per dirla in modo quasi banale, ma comprensivo, ha avuto bisogno di un ‘mezzo’. Un mezzo umile, quasi invisibile rispetto a Lui infinito, ma assolutamente necessario. Questo mezzo miracoloso è la maternità della donna. A questo mistero ci ha portato la preghiera che poco fa abbiamo innalzato al Creatore. Con il ‘Credo’ proclamiamo con facilità tutte le verità  che riguardano il  Dio Creatore.

Ma, quando passiamo dal prodigio di ogni concepimento, opera di donna, al mistero dell’Incarnazione dello stesso Creatore, che chiede di diventare uno di noi, allo scopo di donare a noi il privilegio di diventare come Lui, allora la preghiera diventa un canto angelico di ringraziamento verso quella Donna che disse SI e divenne l’utero dell’umanità, offerto al Creatore per farlo nascere Emmanuele, uno di noi. Questa misteriosa verità non possiamo comprenderla, ma solo accoglierla, crederla e farla diventare preghiera. Riascoltiamola: “Dio, che nella verginità feconda di Maria hai donato agli uomini la salvezza eterna, fa che sperimentiamo la sua intercessione, poiché per mezzo di Lei abbiamo ricevuto l’autore della vita, Cristo tuo Figlio”.

Ben a ragione, allora, all’inizio del nuovo anno solare, la Chiesa, distinta dal mondo, ma incarnata nel mondo, indica Maria, la stella che tutti guida verso la culla  della vita. Senza giri di parole sveliamo l’intento di questa liturgia, che parla di un dono dato a noi fin dall’eternità, di inimmaginabile valore e di sconvolgente effetto .

Affermiamo di aver avuto gratuitamente sì il dono della vita, ma subito dopo proclamiamo che Maria ha ricevuto, fin dall’eternità, il privilegio di rigenerarci, generando per noi l’Autore della vita. Non finiremo mai di stupire e di gioire per quel duplice prodigio uscito dalle viscere di Dio: di aver dato a noi, attraverso il grembo della donna, la vita che ha fatto di quella donna la nostra madre; ma ben più di aver chiesto a Maria, con tenerezza divina, il miracolo di  venire concepito da Lei per opera dello Spirito Santo; di averlo partorito uomo, carne della sua carne; di aver partorito Dio, perché  Dio è il suo Padre. Quel Dio che creò l’uomo senza la donna, si incarnò con il determinante SI di Maria: Metér Theù. 

Buon Anno 2015.

don Rinaldo Sommacal