Omelie
Omelia del 5 gennaio 2015 - Domenica I per Anno (B)
Non so a voi, assidui frequentatori della domenica, ma a me capita una strana reazione ogni volta che rileggo, da tanti anni, gli stessi brani proposti dalla Chiesa cattolica, come Liturgia della Parola.
Se un tempo, più meno lontano, mi preoccupavo di capire il senso letterale delle singole parole, attualmente mi affascina e mi attira il loro valore storico, profetico, mistico, sacramentale, assetato di infinito, di futuro, ecc.
Per esempio, oggi leggo l’antichissimo brano del profeta Isaia. Mi riporta una confidenza che soltanto un fidanzato o uno sposo innamorato può fare alla sua donna. Scopro che la donna a cui il Dio di Isaia si rivolge e che ama, è il popolo che egli si è scelto mediante Abramo. Ma il Dio di Abramo, il Dio di Israele,… è il Dio che a Mosè ha detto di chiamarsi IO SONO, cioè Colui che è, che era e che sarà: l’eterno PRESENTE. Quello che il Dio di Abramo disse ad Isaia, lo dice sempre e sempre meglio. Oggi lo dice a me, a voi, a noi. E’ una confidenza sorprendente, da vero innamorato che Dio rivolge a noi, ed alla quale non si può non rispondere, a nostra volta, da innamorati. Dice Dio a noi, suo popolo: “E’ troppo poco che tu sia mio servo… Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra”.
Sì, sappiamo che il Dio di Abramo, quando parla a quel popolo che si è scelto, in primis allude al suo Inviato, il Messia promesso e che noi ben conosciamo: Gesù di Nazaret. Ma, asceso alla destra del Padre, Gesù, inviandoci lo Spirito Santo, diede alla Chiesa il suo titolo, non onorifico, ma operante, di ‘luce delle nazioni’. Quindi, quello che Dio, per mezzo del profeta, disse per millenni di Gesù, oggi lo dice di noi e a noi. Come possiamo noi, piccola Chiesa che è in Belluno, essere “luce delle nazioni’? Paolo Apostolo, conscio che le Chiese da lui fondate erano il nuovo corpo di Gesù, ai cristiani di Corinto, scrive: “A coloro che sono stati santificati in Gesù Cristo, insieme a tutti coloro che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo… a voi pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo!”. La presenza operativa di Dio, in Cristo, continua nella Chiesa e va verso la Cristogenesi. Così: Abramo è Dio Padre; Gesù è il promesso, il figlio di Dio, la Chiesa è il nuovo popolo che porta Gesù Cristo al mondo, ed i popoli a Cristo.
Ma chi è questo ‘servo di Jahwè’, mille volte promesso ed adombrato nella prima alleanza, poi annunciato dall’angelo, concepito e partorito da Maria? Ce lo dice il Precursore del Messia, Colui che, fin dal seno materno di Elisabetta ricevette il compito di preparare la strada al vero e mille volte promesso Messia. Giovanni e Gesù si erano salutati nascituri, quando abitavano nei santuari di Maria e di Elisabetta. Giunto il tempo, indicato da Dio, il Battista, alle folle accorse, disse: “Ecco l’agnello di Dio”.”Lui deve crescere ed io diminuire”.
Questo allora, questo oggi, questo sempre.
Don Rinaldo Sommacal