Omelie

Omelia del 8 giugno 2014 - Pentecoste (Anno A)

Pentecoste. Una solennità il cui nome è noto in tutta la cristianità. Non è quindi necessario raccontare l’affascinante e, per molti aspetti, sconcertante evento, così come è splendidamente narrato dalla prima lettura. Ci attira, invece, l’inesauribile litania dei  suoi contenuti, sproporzionati rispetto ai contenitori, che siamo noi.

La fornace ardente, capace di incendiare l’intero creato è lo Spirito Santo-Dio, quell’Io divino che nasce dal rapporto d’amore tra Dio il generante e Dio il generato. Tutti lo sanno: l’amore genera amore; più si dona e più cresce. L’amore che il Padre ha per il Figlio e viceversa, è l’origine di quel Dio che chiamiamo Spirito Santo.

Il Manzoni, nel suo splendido inno, lo chiama ‘Amor’. Al divin Figlio viene attribuita la perenne opera della creazione. Al divin Padre si fa risalire l’eterno inizio e ogni progetto di quanto esiste fuori di Lui. 

In quel perenne IO SONO arde il divino amore. Per rendersi a noi visibile, apparve come fuoco inestinguibile. Amore che perennemente ama. Chi lo accoglie,  accoglie l’Amore ed il potere di amare.

Non è facile parlare di Dio nella sua essenza trinitaria. Possiamo anche interrogare i teologi, i mistici, i predicatori capaci di incantare. Ma, più si  cerca una spiegazione razionale, più ci si accorge che  il mistero di Dio, nella sua globalità, rischia di diventare un freddo ragionamento e di perdere il calore del fuoco di cui stiamo parlando ed invocando.  Allora a noi la scelta: fare nostra la sete di invocare lo Spirito Santo, con il preciso scopo di ricevere in dono almeno una di quelle lingue di fuoco che ci fanno diventare uno di quei doni. Se uniti fra loro, fanno di noi il perenne  Cenacolo, il nuovo Corpo visibile dell’invisibile Gesù. 

Quel nuovo Corpo di Cristo siamo noi, proprio noi! Lo Spirito Santo, che è già in noi, ci guidi  ad ascoltarlo ed a capirlo, sul rigo musicale delle sette note che sono i doni dello Spirito Santo: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timor di Dio.

Come la pioggia scende uguale, ma è recepita secondo la diversità degli assetati, così lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo si diletta con i piccoli, che succhiano i loro piedini, per assaporare il gusto della vita che viene. Ai giovani svela la prodigiosa architettura del futuro, con gli annessi slanci e le paure. Agli adulti indica la gradinata che ognuno deve scegliere e risalire per diventare gli artigiani del creato. Ai genitori illumina la lavagna del conoscere, del sapere, dell’ insegnare, del correggere…. Ai religiosi chiede la scelta di donare se stessi per amore, se necessario fino al martirio. Agli anziani, dona la serenità che li aiuti a superare il timore del futuro, riascoltando la promessa di Gesù: “Non abbiate paura. Io ho vinto il mondo. Dove sono io sarete anche voi”. 

Ed allora, caro mio compagno di viaggio, invochiamo insieme le virtù teologali della fede, della speranza e dell’amore, dicendo:. “Vieni Spirito Santo, riempi il cuore dei tuoi fedeli, ed accendi in essi il fuoco del tuo amore”.

don Rinaldo Sommacal