Omelie
Omelia del 11 maggio 2014 - Pasqua IV (Anno A)
Dobbiamo prendere atto di un evento planetario, che solo la religione cattolica sa, vuole e può celebrare. Ogni domenica, in tutto il mondo dove c’è un sacerdote ed una comunità, piccola o grande non importa, là si celebra lo stesso mistero che stiamo celebrando noi qui, in questo luogo, per lo più ignorato, ma con tutti unito. Fatta eccezione di alcune liturgie che le vicende storiche, hanno privilegiato con riti e tempi leggermente diversi dalla nostra (vedi il Rito’Ambrosiano), tutte le Chiese locali, nel volgere dell’anno liturgico, vivono lo stesso mistero di grazia, che nella Pasqua di Risurrezione ha il suo epicentro vitale e rigenerante. La Pasqua di Cristo è il sole attorno al quale si muove ogni nostra stilla di vita. Senza il sole la morte!
Altra cosa bellissima, ma che sfugge a noi, causa l’abitudine che rende evanescente anche il miracolo della Risurrezione, è che, a guidarci, con la autorità di Cristo, sulle orme infallibili della nostra strada che porta a Cristo, nostra salvezza, è il catechista per eccellenza, costituito direttamente da Gesù e confermato dallo Spirito Santo nel giorno di Pentecoste.
Questo evangelizzatore e catechista è Pietro. La Chiesa Cattolica lo fa parlare nel mondo intero, in queste domeniche che celebrano la Pasqua della risurrezione di Cristo. Sono sue le prime due lettere che il magistero della Chiesa ha scelto oggi, domenica del Buon Pastore, rendendole obbligatorie in tutto il mondo cattolico.
Gesù pose Pietro quale pietra d’angolo della Chiesa da edificare e poi gli disse: “Ora va e fa mie discepole tutte le genti”. Questi ministeri Pietro li ha tenacemente realizzati. Prima ha consolidato se stesso nella fede in Gesù Maestro. Si è confrontato con gli altri apostoli e, in particolare, con quello strano personaggio, che, da acerrimo suo nemico, divenne l’apostolo delle genti, Paolo di Tarso.
Pietro, una volta evangelizzati i suoi concittadini, non esitò ad uscire dai confini della sua terra per rispondere al comando di Gesù: “Andate in tutto il mondo”. E dove andare se non a Roma, il Panteon delle religioni di allora. Cosa disse ai suoi, poi ai romani ed oggi a tutti noi? Ascoltiamolo: “Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso”. Lo disse ai suoi concittadini, non per condannarli, bensì per riportarli sulla strada giusta che è Gesù. Gesù che, come vendetta, usa il perdono, che porta alla conversione, alla confessione, al perdono.
Altra netta proposta fece e fa Pietro ai peccatori pentiti: “Fatevi battezzare, per ricevere lo Spirito Santo”. Quel ‘si alzò in piedi ed a voce alta parlò’, davanti alle massime autorità religiose di Gerusalemme, ci dà la misura dell’autorità e del coraggio di Pietro, il nuovo Cristo. Le sue coraggiose affermazioni, che suscitarono persecuzione e morte, arrivano a noi come lampi che squarciano la notte dell’ignoranza o dell’indifferenza. Illuminano la strada di Colui che disse: “Io sono la porta”. Gesù, manda ancora pastori alla tua Chiesa”. Per le vocazioni sia incessante la nostra preghiera.
don Rinaldo Sommacal