Omelie
Omelia del 4 maggio 2014 - Pasqua III (Anno A)
Inizio l’omelia muovendo un leggero rimprovero al nostro modo di chiamare queste domeniche che stiamo celebrando. Non sono le domeniche dopo Pasqua’, bensì le domeniche di Pasqua. Deve entrare nella nostra testa e nella nostra coscienza questa verità, fondamentale per noi cristiani: che la domenica è la ‘Pasqua della settimana’.
Ogni domenica, con l’aiuto delle liturgie, studiate alla luce della Rivelazione, noi rendiamo veramente presente , anche se non comprensibile nella sua pienezza sempre in divenire, il mistero da Dio concepito con la creazione e realizzato, nella pienezza dei tempi, con l’ incarnazione, passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo, l’unico ponte che congiunge Dio a noi e porta noi a Dio. Con la guida della Chiesa, nuovo Corpo di Cristo, accogliamo la Pasqua vissuta in diretta dai nostri padri. Completiamola facendola diventare nostra, per trasmetterla, ancor più viva e ricca, ai nostri discendenti, fino all’Amen dei tempi.
Dicevo: è la Chiesa che oggi rende visibile Cristo. La Chiesa, come l’ha voluta Gesù, è un edificio fatto con pietre vive. Le pietre vive siamo noi, cristiani, pietre che poggiano, saldamente, sulle fondamenta scelte e poste da Gesù stesso, che sono i dodici Apostoli. Conosciamo abbastanza bene queste pietre d’angolo.
Ma noi, che non vogliamo essere un ammasso anonimo di pietre, dobbiamo chiederci: “Chi siamo per Dio? Quanto siamo costati a Cristo? Quale è il nostro personalissimo compito, come organi vivi e vitali di questo nuovo corpo di cui Gesù ci ha fatto partecipi e protagonisti, non importa se in modo silenzioso o visibile? Chi può rispondere, con autorità, a queste domande, che sgorgano come un imperativo dal nostro intimo, avendo preso coscienza che stiamo perpetuando la Pasqua di Risurrezione di Gesù, vivificando il suo nuovo corpo che siamo noi?.
A rispondere alle nostre domande, si alza Pietro. Quel Pietro che, durante la vita terrena di Gesù, ha riassunto in sé i pregi ed i difetti di tutti noi, facili a passare velocemente dagli entusiasmi ai fragorosi capitomboli di personalità. Ebbene, quel Simone che Gesù chiamò Pietra, una volta ricevuto lo Spirito Santo, cioè lo Spirito di Gesù, infuso su di lui e gli altri Undici, la sera di Pasqua e il giorno di Pentecoste, quel Simon Pietro divenne immediatamente il timoniere infallibile della Chiesa di Cristo. Parla con sapienza e con coraggio. Si ha netta l’impressione di sentire Gesù in persona.
Oggi, tra l’altro, ci dice: “Voi sapete che non a prezzo di cose effimere…foste liberati, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza macchia e senza difetti". (Risposta:lo sappiamo sì o no?). "Questo Gesù Dio lo ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni prescelti” (verità fondamentale). Pietro imitò Gesù in tutto, fino al consummatum est della sua crocifissione in Roma, su cui poggia ora papa Francesco.Saremmo “stolti e lenti di cuore” se non credessimo.
don Rinaldo Sommacal