Omelie
Omelia del 30 marzo 2014 - Quaresima IV (Anno A)
La Quaresima non scherza. Anche oggi viene calata una pagina evangelica di una vivacità e di una eloquenza tale da strappare meraviglia all’inizio e portare a forti interrogativi poi.
Il miracolo del cieco, la cui portata è sempre più attuale, è preceduto dalla lezione che Dio ci dà, nello scegliere Davide come re, il più piccolo dei numerosi e prestanti fratelli. Rimane sconcertato Iesse, il papà. Il profeta Samuele, vedendo Eliab, il primo dei fratelli, dice: “Certo, davanti al Signore sta il suo consacrato”. Il Signore, invece, disse a Samuele parole che indicheranno in tutti i tempi ed in tutti i luoghi una verità che, una volta svelata, è di facile comprensione e di illimitata speranza per chi sta vivendo un passato od un presente piuttosto nero o insignificante.
Rispose Dio a Samuele: “L’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore”. Non è il corpo, pur molto prezioso, che rende grande una persona, ma il suo cuore. Davide sarà l’immagine del futuro Messia. ‘Osanna al figlio di David’ griderà la folla il giorno delle Palme. Bastarono pochi giorni e quel grido divenne ‘crocifiggilo’.
E’ la costante nei rapporti tra noi e Dio. Nel tempo delle spighe piene è scomparsa la preghiera di ringraziamento. Ma, appena la fortuna gira l’angolo, allora ritorna Dio, ma prevalentemente per essere criticato, rimproverato, come fosse la causa di tutti i nostri mali e delle varie catastrofi. Per fortuna, quando le crisi fanno precipitare anche i campanili, c’è sempre una minoranza silenziosa che si dà da fare per portare acqua agli assetati, speranza agli sfiduciati, amore ai dimenticati, fede nel vero Dio.
Ed eccoci giunti alle porte del miracolo del ‘cieco nato’. Gesù, per compierlo, non sale in cattedra, perché tutti vedano ed applaudano. E’ un intensissimo a tu per tu,tra Gesù ed il cieco. Alla domanda dei discepoli: “Chi ha peccato” Gesù, seccato che ancora resista questa falsa ed umiliante mentalità, risponde: “Ne lui, né i suoi genitori”.
Quante volte, anziché portare comprensione, e condivisione, ci si comporta come i discepoli di Gesù, andando ad investigare, diffondendo maligni sospetti su certe persone disgraziate perché castigate. Gesù compie il miracolo per tappe, in modo inconsueto, ma pedagogico e senza suonare la tromba. Il bene compiuto è un valore in sé. Non si aspetta le lodi. Chi non ci sta che quel cieco riacquisti la vista di sabato, quando, per legge, nessuno deve aiutare qualcuno.
Uno dei peccati più odiosi che posso commettere come credente, soprattutto se cristiano è quello di condannare un vero credente solo perché non vede la fede come la vedo io. E’ come se dicesse: “Solo io posso dire chi è Dio, per quale strada si arriva a Dio, cosa ha detto, dice e dirà Dio” . Invece Dio si rivela misericordioso.
Al cieco nato, che ora vede e che, interrogato, risponde: “Egli mi ha aperto gli occhi. Dio non ascolta i peccatori”, gli intransigenti giudici si salvano, dicendo al cieco guarito: “Sei nato nei peccati e insegni a noi?”. Gesù da che parte sta? A noi lasciarci aprire gli occhi.
don Rinaldo Sommacal