Omelie
Omelia del 2 febbraio 2014 - Domenica IV per Anno (A)
Numerosi sono i valori di fondo che, occasionalmente, come petali dello stesso fiore, cadono su di noi oggi, quarta domenica del tempo ordinario, dell’anno 2014. Il 2 febbraio è portatore dei doni che vanno sotto il nome popolare di ‘candelora’; ma la prima domenica di febbraio, da molti anni è celebrata dalla Chiesa Italiana come “il giorno della vita”. Cercheremo di calare con leggerezza, come l’ape operaia, su questi preziosi petali, per ricavarne il polline.
Le letture di questa quarta domenica del tempo ordinario insistono sulla necessità di riproporre, con passione forte e durevole, la assoluta priorità, non tanto degli apparati esterni della nostra fede e delle nostre celebrazioni, ma del mistero di vita e di morte che ogni domenica vuole donare.
Ce lo dice Malachia, lo ribadisce Paolo, gli dà imprimatur Luca evangelista. Cosa? Che la venuta del Salvatore è certa e sarà simile al fuoco del fonditore. “Siederà” accanto ad ognuno di noi, preziosi agli occhi di Dio come l’oro e l’argento, per purificarci da ogni impurità.
Da parte di Dio, che ci tratta da pari, è una passione d’amore. Al nostro libero ‘SI’ sincero, la purificazione avverrà e torneremo splendenti a noi, agli altri, a Dio che torna a dirci: “Siete cosa molto buona”. Il fuoco del fonditore promesso da Dio é la persona del Messia, che noi ben conosciamo, il cui nome e indirizzo è Gesù, di Nazaret. Se accolto dai bambini, dagli adolescenti, dai giovani, con la loro irruenza, ma soprattutto da noi adulti, saremo splendenti della stessa luce di Dio.
Ma chi è questo Cristo, promesso fin dalla fondazione del mondo, profetizzato in mille modi lungo la storia umana entro la quale scorre l’opera del Salvatore? Rispetto ad Adamo, ad Abramo, a tutti i profeti, che sentivano Dio, ma non potevano né vederlo, né immaginarlo, per cui era proibito anche dargli un volto; noi lo abbiamo visto in carne ed ossa, in tutto simile a noi. Ci ha promesso: “Se uno mi ama, anche il Padre mio lo ama. Noi verremo a lui e porremo la nostra dimora in lui”. Gli artisti lo hanno capito e se ne sono impossessati.
Oggi il famoso lavandaio di Malachia si fa vedere e sentire da chi lo ascolta. Ma, rispetto ai profeti veterotestamentari, che parlavano del Messia sempre con un tono che fa paura, Gesù no: sceglie per mamma una umile donna qualunque; va a nascere in una stalla; si lascia tentare dal suo acerrimo nemico; va alla gente delle periferie e la gente lo segue. La Via Crucis lo vede solo. Muore indifeso, ma per donarsi al Padre, carico di tutti noi. Gesù non è un guerriero che arruola per abbattere. L’arma della sua vittoria è sempre e solo un binomio: verità e amore, fino al cosummatum est.
Ben a ragione, allora, la Chiesa Italiana oggi accende le candele per far luce sul valore della vita, secondo solo a Dio che è il grande, inesauribile, inebriante amante della vita. Al nostro dire a Dio ‘Ti amo’, Dio risponde: “Dimostramelo, amando te stesso e amando il prossimo”.
don Rinaldo Sommacal