Omelie

Omelia del 25 dicembre 2013 - Natale (Anno A)

Il Natale vero è Gesù, perennemente in divenire: l’eterno figlio di Dio, il figlio di Maria, il promesso, l’atteso, il venuto nel tempo stabilito, l’ascoltato, l’amato, l’odiato, il venduto, il crocifisso, il risorto, il ritornato in terra con un nuovo corpo, animato dal suo Spirito, cioè la Chiesa, che di Lui è il Natale permanente.

Il rischio è di ridurre questo immenso, inesauribile, vivo, sublime ma reale patrimonio, ad uno strano anniversario in contraddizione con sé stesso. Andiamo sempre più verso il comportamento dei betlemiti: al Cristo venturo, che bussava alle loro porte per nascere da loro e per loro, dissero: “Non c’è posto per te”. Non vogliamo, però, cadere nella solita lamentela di quei credenti che sbirciamo dalle  finestre di casa per vedere e criticare  il mondo distratto e rapito da altri ‘natali’, spogliati dalla spiritualità, riempiti di alternative epidermiche, sorgenti di fugaci, spesso bugiardi paradisi.

Torniamo al vero Natale che è, la nascita nel tempo di Gesù. Appena appena è possibile entrare in questo mistero, che è un ‘sempre’, appena appena ascoltiamo Lui che bussa, appena appena dal di dentro di noi gli diciamo: “Vieni Signore Gesù”, sentiamo vibrare le corde del nostro IO, il meglio di noi, quello che diventa la tastiera del divino pianista.

Si aprono allora le orecchie dello spirito. Uniti agli artisti di tutti i tempi ed alle schiere celesti, facciamo nostro il canto: “Venite! Adoremus!” Entrati in sintonia con  il vero Natale, all’invito sprigionato dalle viscere del tempo e dell’eternità, ci viene concesso di far parte del coro degli angeli, non solo per un fugace desiderio di sognare, ma consapevolmente innestati come tralci nell’unico albero della vita. Sentiamo prepotente il bisogno di cantare: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”. Con la libertà del cuore fossimo capaci di glorificare Dio, adorarlo come l’Unico e da cui tutti e tutto proviene!

Egli, per farsi conoscere, cercare ed amare, sgombra la strada dai segnali sbagliati e ci dice in continuazione: “Non fatevi altri dei. Io sono il vostro unico e vero Dio”. Sta qui la radice avvelenata che suscita contrasti e  inimicizie che uccidono la pace fra noi. I figli, se amano, a modo loro e sinceramente, il padre e la madre, sicuramente si amano in modo originale. Tra loro regnerebbe sovrana e generosa la pace. 

Oh! Se ce n’è bisogno di pace sulla terra! Ma la pace è una conquista, attimo per attimo. Il seme della pace è dono. Scende, è disceso, scenderà sempre dal cielo, poiché il seminatore è Dio in persona. Dio si presenta, senza falsi pudori, come il costruttore della pace vera. Lo rivelano, col canto, gli angeli, infallibili messaggeri divini,  inviati a noi da Dio Padre. Dissero ai pastori: “Vi annuncio una grande gioia…Oggi è nato per voi un Salvatore che è Cristo Signore”. 

Oggi questo annuncio è rivolto a noi. A voi, a me, a tutti i credenti il Natale sia motivo di  vera, gioiosa speranza di un domani, di un oggi migliore. Buon Natale a tutti, a voi ed agli assenti.

don Rinaldo Sommacal