Omelie
Omelia del 6 ottobre 2013 - Domenica XXVII Per Anno (C)
Chi è questo personaggio, annoverato tra i profeti, il cui nome sembra un soprannome, ed ha il coraggio, lui, uomo semisconosciuto, di rinfacciare a Dio parole come queste appena udite: “Signore…perché mi fai vedere l’iniquità e resti spettatore dell’oppressione?” Tentiamo di rispondergli molto timidamente e solo dopo aver interrogato Gesù, Parola di Dio che si è parzialmente donato nell’antichità ai vari profeti, anche ad Abacuc.
Teniamo presente che la gerarchia tra i profeti dell’antichità l’abbiamo fatta noi, partendo dalla mole delle loro profezie. Questo piccolo profeta, dal nome quasi ridicolo, è uno che ha l’ardire di battagliare con Dio, ma perché Dio stesso glielo ha ispirato. Eccoci a chiederci: “Come mai il profeta ha il coraggio di rimproverare Dio, perché sembra disinteressarsi delle tribolazioni che colpiscono persone, popoli, umanità? Alcuni oggi traducono l’ interrogativo del Profeta con un altro interrogativo che suona: “Signore, perché te ne stai in silenzio, mentre quaggiù succedono cose abominevoli, che seminano morte soprattutto tra i giusti, i retti di cuore, i credenti in te e nel tuo Figlio Gesù ed entro la sua Chiesa, che dovrebbe essere la tenda entro cui trovano casa sicura tutti gli uomini di buona volontà?”. Ricordo le parole profetiche, che fecero il giro del mondo, dette da Papa Giovanni Paolo II davanti ad Auschwiz: “Signore, perché non parli?”.
Sì! ma il silenzio di Dio è la Parola più alta di tutte le altre. Solo chi lo ascolta lo può sentire. Allora potrà gridargli anche con rabbia e chiedergli di intervenire. Il timorato di Dio, come Dio, è innamorato del bene che dovrebbe regnare su tutta la terra e lievitare tutti i pensieri, tutte le azioni, tutte le scelte, tutte le norme che vengono poste come fondamenta di ogni comunità, partendo dalla famiglia, fatta da un uomo e da una donna, luogo sacro della miracolosa procreazione secondo natura (e non tecnologicamente), esempio di ogni convivenza, di ogni razza, di ogni nazionalità, di ogni cultura, di ogni religione, di ogni scelta.
Il ricco epulone chiese ad Abramo di mandare Lazzaro dai suoi fratelli, per persuaderli a cambiare vita. Cosa rispose Abramo? “Hanno Mosè ed i profeti, ascoltino loro. Se non li ascoltano, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”.
Ecco spiegato il silenzio di Dio nei peggiori momenti della storia: Dio non tace, ma neppure urla, come un maestro incapace di mantenere la disciplina. Dio parla, ma nel silenzio, nel raccoglimento, ai cuori ben disposti e in ascolto. Oggi Dio e la sua Parola sono sovrastati da innumerevoli frastuoni. Si fa baccano e si accusa Dio di silenzio. Dio parla. Brutto segno se l’uomo non lo sente, o per sua colpa, o, come vittima, causa il clamore dei falsi profeti, portatori di distruttive divisioni, fondate su strane divinità che hanno più seguaci del nostro vero Dio, il Dio di Gesù Cristo, quel Dio che dovrebbe abitare nel cuore di ogni battezzato. Ma Abacuc termina con una perentoria affermazione positiva: “Il giusto vivrà”. Parola di Dio!
don Rinaldo Sommacal