Omelie
Omelia del 15 agosto 2013 - Assunzione (Anno C)
Entrare (con anima e corpo, fede e passione, ragionevolezza e mistero, natura e grazia) in questa solennità della Assunzione al cielo di una donna di nome Maria, immacolata dalla nascita, vergine, sposa di Dio e madre di Gesù, è come varcare una delle innumerevoli e misteriose porte del paradiso. Il detto di Maria ‘nunquam satis’, oggi diventa una professione di fede.
Pregata come ‘porta del cielo’, Maria è Colei che, dopo il figlio Gesù, rivela a noi in modo comprensibile, la strepitosa grandezza del mistero che vede Dio creare l’uomo a sua immagine e poi, elevarlo a sé come figlio. Ma per farlo, Lui, l’Onnipotente, chiede umilmente a Maria di donargli un figlio che, perciò, sarà Dio e Uomo.
Abbiamo chiamato Maria ‘porta del cielo’. E’ un titolo vero: prima tra i figli dell’uomo, seconda solo al figlio suo Gesù, risorgendo dai morti, si è staccata dalla nostra terra caduca ed è entrata, anima e corpo, nella famiglia di Dio, paradiso dei beati del cielo.
Ma subito ha voluto dirci e ce lo dice in innumerevoli modi, che tutti riusciamo a comprendere e a condividere: “Sì, sono nel cielo di Dio, ma per essere la porta attraverso la quale tutti voi siete chiamati ad entrare”.
La solennità dell’Assunta è realmente una festa che parla sì di una lotta, spesso furibonda, tra il bene (la cui sorgente è quel bambino che Maria partorisce) e l’impero del male che il principe delle tenebre vuole imporre su tutta la terra, continuando a crocifiggere, il nuovo corpo visibile di Cristo che è la Chiesa; lotta aspra e senza tregua, fino all’ultimo giorno, quando quella donna con il suo bambino, (cioè con tutta l’umanità, sottratta al dragone infernale, spesso rivestito all’ultima moda, splendente per essere più accattivante e così prendere il posto di Gesù), potrà proclamare la definitiva vittoria di Dio suo sposo, di Gesù suo figlio, che ci autorizza a chiamare Dio, ‘papà’.
Una volta meditato e compreso il grande mistero della Incarnazione di Dio per mezzo di donna Maria, non c’è alcun dubbio che possiamo aprire la lunga litania di titoli che vogliono in qualche modo, sempre inadeguato, di cantare Maria e cercare una strada personale per arrivare a Lei e, per mezzo suo, giungere al solo mediatore della salvezza, cioè Gesù.
Maria non è una divinità che contende a Dio l’unicità. Maria è quell’umanità che Dio in persona ha divinizzato. Chi con Maria e come Maria, dirà SI’a Dio che, per mezzo della Chiesa, continuerà a rinnovare l’annuncio dell’Angelo, costui deve sapere che, facendo suo il ‘fiat volutas Tua,’ di Maria, sentirà Dio dirgli: “Tu sei il figlio mio, l’amato”. Anche tu, anch’io, se ben abbiamo capito questo sublime, ma anche semplicissimo mistero, che si rinnova ad ogni concepimento, ad ogni gravidanza, ad ogni parto, con Maria possiamo, anzi dobbiamo dire: “L’anima mia magnifica il Signore”.
Ma non dimentichiamo che siamo deboli. Sfoderiamo con la fiducia dei bambini, ogni tanto, una litania mariana, aggiungendo: “Ora pro nobis’.
Don Rinaldo Sommacal