Omelie
Omelia del 28 luglio 2013 - Domenica XVII Per Anno (C)
Ogni domenica, dopo aver accolto la Parola di Dio, proclamata dall’ambone e meditata dal presbitero che presiede l’assemblea, tutti con un cuor solo e una sola voce, professiamo la nostra fede dicendo: “Credo in Dio”. Fin là ci arrivano tutte le religioni monoteistiche.
Ma ecco la novità, che è propria della nostra religione cattolica, non inventata da qualche finto messia, ma uscita dalla bocca stessa di Gesù, Egli ‘Parola di Dio’, quindi Dio. La grande novità, che è stata inserita nel ‘Credo’ del Nuovo Testamento, che tra poco professeremo senza il minimo dubbio di errare , è sì “Credo in un solo Dio”, ma anche e soprattutto “Credo in Dio Padre”.
Il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, il Dio di Mosè e di Davide, del Battista e di tutti i profeti dell’antica alleanza era soprattutto l’Unico, l’Onnipotente, il Creatore, il Signore del cielo e della terra, il Giusto, il Giudice infallibile, ecc.
Gesù, invece, lo chiama sempre e solo “Padre”. Gesù non nega nessun titolo dato a Dio prima di Lui. Ma lui lo chiama sempre e solo ‘Padre mio”. Anzi afferma che lui e il Padre sono la stessa cosa.
Ma Gesù anche di noi dice la stessa cosa. Alla precisa domanda dei suoi “Insegnaci a pregare”, Gesù immediatamente disse: “Quando pregate, dite: Padre nostro…”. Potremmo soffermarci un anno intero, e poi continuare per chissà quanto, se volessimo fare la scelta di spiegare la preghiera del “Padre nostro che sei nei cieli”, uscita dalla bocca di Gesù, che dichiara di essere Figlio di Dio.
Quindi il Dio, il Creatore, il Signore del cielo e della terra, è soprattutto “Padre”. Interroghiamo ora i compiti naturali di Dio in quanto Padre nei nostri confronti, da quando suo figlio unigenito si è fatto uno di noi per farci come lui, figli di Dio.
Il comportamento di Dio in quanto nostro Padre ci viene sussurrato dallo straordinario racconto che narra la preghiera di Abramo, in favore delle città di Sodoma e di Gomorra, dove la corruzione morale divenne divinità. A quanti, davanti ai peccati del mondo, si mettono a fare le cassandre e a predire castighi su castighi da parte di Dio, Abramo, che ama come figli quegli sciagurati cittadini, rivela che Dio è un padre misericordioso. Lo fa in nome di quei tanti o pochi giusti che vivono in quelle città corrotte.
Cosa risponde Dio alla commovente supplica di Abramo? “Ho ascoltato la tua preghiera di intercessione e la esaudirei, ma non c’è traccia di un solo giusto in Sodoma e Gomorra”. Cosa imparare da Abramo e dalla risposta di Dio? Che al vertice dei valori sociali non sta l’impeccabilità, ma l’amore misericordioso.
Di questo, oggi, c’è carenza a tutti i livelli. Gesù, sulla tastiera del nostro ‘credo’, ha posto un registro che deve essere innestato subito e che deve guidare tutti gli altri suoni dell’orchestra. Quale il registro? Lo dice Gesù:“Quando pregate, dite: Padre”. Che verità! Che privilegio! Che orizzonte per ogni cultura ed ogni politica! Che tesoro da non lasciare nascosto!
Don Rinaldo Sommacal