Omelie

Omelia del 30 giugno 2013 - Domenica XIII Per Anno (C)

Il libro dei Re, ed il brano dell’evangelista Luca, con una chiarezza disarmante ci parlano dei modi diversi, con cui Dio chiama noi alla vita e  alle scelte di vita. Prima ci vuole con sé, fino a diventare un tutt’uno con noi. Dopo averci donato i suoi stessi poteri profetici, sacerdotali e regali, ci manda in tutto il mondo per predicare la buona novella, cioè quello che Lui è, ha detto ed ha fatto per mezzo dei profeti e del figlio suo, Gesù.

Le chiamate di Dio sono quelle che noi, con un termine abbastanza riduttivo, diciamo ‘vocazioni’, dal latino ‘vocare’ cioè ‘chiamare’. Sia ben chiaro che, con la parola ‘vocazione’, non intendiamo soltanto le chiamate specifiche all’ordine sacerdotale o religioso. Nessuno di noi dica: “La vocazione non mi riguarda” o “Io posso solo fare una preghiera perché, chi è chiamato al sacerdozio o alla vita consacrata, risponda in modo positivo”.

Prima di questo tipo di chiamata, io, con l’autorità che non viene da me pastore, ma dall’unico Pastore, di cui io, in modo molto imperfetto, sono rivestito, devo affermare con forza che ogni essere vivente è un ‘chiamato’. Nella sinfonia della vita, chi non risponde, diventa una nota stonata. Questa verità riguarda l’intero creato, per cui anche la luce e le tenebre, il sole, la luna e le stelle, i fiumi, i mari, gli oceani con i loro abitanti, gli animali e le piante di ogni specie,... tutto esiste in forza di una chiamata misteriosa, che la scienza cerca di interrogare e spiegare.

Ma, che può rispondere alla chiamata di Dio, a nome suo e del creato, è solo la singola persona umana. Con il concepimento, opera dei genitori, Dio, con il suo soffio di Padre ci ha fatti persone viventi simili a Lui. Abbiamo molte strade per arrivare, ogni giorno di più, a dire, gridare a squarcia gola: “Ti adoro mio Dio, ti amo con tutto il cuore, ti ringrazio di avermi creato…”.

Io, tu, noi siamo un petalo di quella immensa rosa mistica che Dio sta facendo sbocciare per la vita eterna. Nello stesso istante del nostro concepimento, Dio ci donò l’anima. Noi, intelligenti e credenti, abbiamo la capacità e la gioia di conoscere che siamo stati chiamati, uno per uno, da Dio, e che in Gesù siamo diventati familiari di Dio. Dobbiamo ritrovare lo stupore perduto e rispondere con un ‘SI’ a Colui che porta scritto nel palmo della Sua mano e con amore, il nostro nome.

E’ in questo contesto che, chiamati alla vita, con il SI detto da altri, Dio ci ha fatti a sua immagine; e in Cristo ci ha fatti diventare Suoi figli per opera dello Spirito Santo. Per questo ognuno di noi, sentendosi un nobile, con serietà, deve porsi la domanda: “Cosa chiede a me il Signore? Mi sono mai chiesto cosa vuole da me il Signore?. Che risposta Gli ho dato?.  

Davanti alla crisi evidente delle vocazioni, mi domando: “Dove sono quelle schiere di uomini, di donne, di giovani che, nel passato, pur tra mille difficoltà, riempivano seminari e monasteri, per poi riversarsi per le vie del mondo e predicare Gesù, fino al martirio, generando Chiese all’unica Chiesa?”. E’ una domanda che pongo a me ed a tutti voi. Onoriamo la nostra chiamata alla vita in Dio.

Don Rinaldo Sommacal