Omelie
Omelia del 19 maggio 2013 - Pentecoste (Anno C)
Apriamo le porte della mente e del cuore per accogliere questa straordinaria, sempre attuale, solennità di Pentecoste. Se non si fosse avverato il prodigio della Pentecoste (che continua a seminare ed a raccogliere una incredibile dovizia di frutti), anche Natale e Pasqua si sarebbero affossati da soli. Invece no.
Quanto i profeti avevano predetto puntualmente si realizzò, cioè: la Vergine che partorisce l’Emmanuele; l’Uomo del venerdì santo; il Risorto nel giorno dopo il sabato. Con. un evento singolare e strepitoso la Pentecoste partorì il nuovo corpo di Cristo, la Chiesa, le cui membra siamo noi i battezzati ed il capo del corpo è Cristo.
Quante volte Gesù, nell’imminenza della sua passione e morte, e nei quaranta giorni in cui visse con gli apostoli dopo la risurrezione, annunciò la sua ascesa al cielo, ma ancor più promise il suo ritorno, non con un copro visibile, ma come Spirito Paraclito, per poter essere presente e operante ovunque in cielo, in terra, in ogni luogo. Ora le nostre idee si sono schiarite:
abbiamo un Dio UNICO, si manifesta, però, come Padre che continuamente genera il Figlio della sua stessa natura.
Il Figlio riceve dal Padre il compito di creare dal nulla, l’intero universo con tutti i suoi abitanti, ma anche di ricreare il creato, attraverso la sua Incarnazione.
Infine, lo Spirito Santo, che diventa la presenza permanente tra gli uomini e nel creato, del Padre e del Figlio che, obbediente al Padre, continua l’opera di condurre ogni creatura verso i cieli nuovi e la nuova terra.
Dio, al suo ‘sia la luce e, dal nulla, la luce fu”, immise la ben più sublime opera della ricreazione con la sua incarnazione. Padre e Figlio sono oggi presenti ed operativi, per conseguire le finalità della creazione, attraverso la terza persona divina, lo Spirito Santo, definito dai mistici ‘Amor’.
Agli Apostoli, per tranquillizzarli circa la sua annunciata partenza e soprattutto per preparali al dopo, quando loro stessi sarebbero diventati il visibile‘dolce Cristo in terra’, Gesù disse: “…io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito, perché rimanga con voi per sempre”.
Gesù, dicendo “Io, “il Padre”, “il Paraclito”, afferma chiaramente che il Dio di Gesù Cristo, cioè il nostro Dio, è Padre è Figlio, è Spirito Santo, la Santissima Trinità.
Per garantire la sua presenza nella mente, nella coscienza e nella guida della Chiesa agli apostoli, ed oggi a noi, Gesù dice: “Il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome , lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto”. Parole immortali e tutt’ora creative e rigeneranti.
Lo Spirito Santo, dunque, non solo guidò la sua Chiesa nascente, ma continua a guidarla e la guiderà nei secoli dei secoli. Per questo la Chiesa di Cristo, è sempre ‘reformanda’, perché pianta viva che sfida le stagioni: ad ogni stagione, dona; da ogni stagione riceve.
Possiamo concludere, dicendo con gioia e gratitudine: ‘‘Credo la Chiesa!”.
don Rinaldo Sommacal