Omelie

Omelia del 21 aprile 2013 - Domenica IV di Pasqua (Anno C)

Meditando sulla prima lettura, mi ha sorpreso una affermazione, netta e del tutto comprensibile anche alle nostre orecchie, spesso pigre o sorde all’ascolto. E’ una affermazione che per esperienza conosciamo, spesso vediamo all’opera, ma che, quando ci contagia, mai vogliamo riconoscerla come una nostra malattia.

Dice Atti degli Apostoli, Cattedra di alto Magistero: “…i Giudei furono ricolmi di gelosia”. Quale era il movente che riempiva i Giudei di gelosia fino al colmo?

Lo dice ancora il brano appena citato: “Molti Giudei e proseliti… seguirono Paolo e Barnaba…Il sabato seguente quasi tutta la Città si radunò per ascoltare la parola del Signore”.

Quando videro quella moltitudine, che voltava loro le spalle in favore di Paolo, i Giudei  furono ricolmi di gelosia. Quale fu la loro reazione? Una delle solite di chi è geloso: “Con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo”. La gelosia! La gelosia è una brutta bestia che, per  vie, le più subdole, può penetrare, insediarsi e condizionare persone, comunità, religioni, politiche, correnti di pensiero, stampa, spettacoli, e via dicendo... Un briciolo di preoccupazione può anche starci e fare da  sentinella, proprio per tenere fuori casa la gelosia. Ma quando sfugge di mano, divampa ed inquina i rapporti tra persone e quant’altro, allora la gelosia può dilagare, condizionare ogni pensiero, ogni desiderio e mandare in frantumi qualsiasi convivenza, sia privata che pubblica. Spesso la gelosia è una vera e propria assassina, capace di suscitare sospetti, persecuzioni, maldicenza, calunnie, pur  di raggiungere lo scopo.

Può spuntare come funghi già tra adolescenti e crescere tra giovani, fidanzati, sposi, fratelli, colleghi, ma anche tra comunità religiose, tra parrocchie, tra religioni, ecc. Serpeggia spesso tra le forze politiche che, chiamate democraticamente ad essere operatrici del bene comune, diventano spietati centri di potere per interessi di parte. Le gelosie che inquinano i vertici delle Istituzioni possono causare e stanno causando alla comunità, disastri di ogni genere, oggi davanti agli occhi di tutti. 

Ma, se non va esente da colpe chi abusa del potere ricevuto dal popolo, neppure gli elettori sono senza colpe. La Chiesa cattolica e le chiese cristiane devono vigilare, perché non abbiano da covare nel loro seno gelosie che fanno poi divampare incontrollabili guerre di religione. Alla guida delle nostre comunità cristiane, per fortuna, abbiamo Gesù, un pastore che cerca e accoglie buoni e cattivi, cioè tutti e li porta a vivere in armonia nell’unico ovile. Non esclude nessuno. Per Lui ogni ritorno è festa. 

Siamo noi che spesso, chissà per quale motivo, o senza alcun motivo, ce ne andiamo da Cristo e dalla sua Chiesa, per cercare paradisi artificiali che, alla fine, dopo aver illuso, deludono e fanno spegnere le luci della speranza.

A me, a voi, a tutti, Gesù, oggi e sempre, continua a dire: “Io vi conosco. Seguitemi. Io vi darò la vita eterna. Non andrete perduti”. Sinceramente: quale scelta migliore che quella di seguire Gesù e la sua Chiesa? 

Gesù, suscita operai per la tua vigna! E’ una urgenza.   

don Rinaldo Sommacal