Omelie

Omelia del 3 marzo 2013 - Pellegrinaggio ad Aquileia

Il clima con il quale questo luogo ci accoglie, ci chiede la curiosità di  Mosè che diventa immediatamente stupore. Ci sentiremo  dire: “!Toglietevi i sandali ” perché il luogo che calpestate è doppiamente sacro.

Uniti alla domanda di Mosè, quella Voce ci dice: “Io sono il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe.”.Ed aggiunge “Il mio nome è IO SONO.

Questo è il mio nome per sempre. Tu va e nel mio nome, libera il mio popolo”.

Mosè cercò di divincolarsi, ma Dio entrò nelle sue viscere e, da quell’istante, Mosè agirà e parlerà sempre, con e nel nome di Jahwè.

Questa Parola da poco ascoltata con viva partecipazione, a noi, che stiamo pellegrinando alle sorgenti della fede dei nostri padri e nostra, che è la fede nel Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe e di Mosè, chiede  e propone alcune riflessioni che devono riaccendere la viva fiamma della fede nel Dio di Gesù Cristo, il nuovo Mosè, e in Gesù Cristo, l’IO SONO del Padre.

Sovente spostiamo l’attenzione dal Dio dei nostri padri a piccole e vincenti divinità create con le nostre mani.

Vogliamo essere i pellegrini delle origini della nostra fede cattolica. Qui tutto parla di una rinascita, di una crescita, di una svolta epocale, di un cambiare il nostro mondo personale e comunitario.

Dopo aver riacceso il roveto ardente del nostro Battesimo, il Cero Pasquale, dobbiamo crescere di statura, capovolgimento di mentalità, di una sicura capacità di nutrendoci alle mense della Parola e dell’Eucaristia, fino a diventare figli della nuova Maria, la Chiesa; fino a diventare noi stessi ,( peccatori, ma anche santi), la Chiesa che genera il nuovo corpo visibile dell’Emmanuele, il Dio con noi. Il futuro già ci interroga e ci chiede: “Cosa ci lasciate in eredità? Saremo rami di un albero vivo o ci farete diventare foglie secche di un albero sterile?”.

Ecco, nell’anno della fede, il valore grande di questo pellegrinaggio, che facciamo a nome di tutte le nostre comunità parrocchiali e della Chiesa che è in Belluno, che da Aquileia ricevette il vangelo ed il battesimo, con l’invito di crescere, di meditare, di difendere e  di diffondere con originalità e freschezza quel Dio che si fa continuamente Parola di vita e nel fonte battesimale ci ha incorporati a Cristo sacerdote, re e profeta della nuova ed eterna alleanza.  Abbassando gli occhi, lasciamoci rapire da questi mosaici pieni di riferimenti biblici, il catechismo che ha parlato per secoli a quanti, usciti di qui, hanno chiesto, non di fuggire come Giona, ma di tuffarsi nel nuovo Giordano, Cristo. Dopo esserci tolti i calzari per onorare la Parola di Dio, riscritta sotto i nostri piedi, perché abbiamo da camminare senza inciampare; alziamo gli occhi e lasciamoci possedere da questi personaggi, che da secoli ci parlano attraverso l’arte imperitura dell’affresco. C’è solo da ammirare, stupire ammutoliti, pregare e dirci:” Se questo luogo di Dio è così bello, cosa sarà di noi quando Lo vedremo così come Egli è? Grazie Aquileia. Grazie signor parroco. Grazie Comunità., a cui ci sentiamo religiosamente ed affettuosamente uniti.

Don Rinaldo Sommacal