Omelie
Omelia del 7 aprile 2013 - Domenica II di Pasqua (Anno C)
Ottava di Pasqua. Detta anche degli “otto giorni dopo”.
Non è un gioco di parole, ma un appuntamento settimanale che realizza due scopi:
- richiamare tutti i cristiani a rendere realmente presente, qui e ora, la risurrezione di Gesù, e, in Lui, la nostra rinascita, inizio della nostra risurrezione dai morti;
- riscoprire la pietra d’angolo su cui Cristo ha voluto fondare la perenne rinnovazione della sua presenza, attraverso noi, riuniti in Assemblea: cioè il ‘dies Domini’, la Domenica, volutamente e direttamente inaugurata dal Risorto, otto giorni dopo quel grande giorno, quando apparve ai suoi discepoli radunati, a porte chiuse, in un luogo volutamente rimasto misterioso, simbolo di tutti quei luoghi che, in ogni tempo ed in ogni dove, i seguaci del Risorto si riuniscono per rinnovare, e non solo ricordare, l’evento su cui si fonda la loro fede, cioè la Risurrezione di Cristo, primizia dei risorti.
La domenica, voluta e posta alle basi della nostra fede cristiana, vuol essere, una prodigiosa e gioiosa giornata; invece oggi è in crisi, indice di una più vasta crisi di fede.
Chi la celebra in comunità, radunandosi nei nostri cenacoli, attorno alla mensa della Parola e dell’Eucaristia, sa che quel riunirsi nel Suo nome, convocati dal Padre, ripieni della potenza dello Spirito Santo, rende presente e vivificante la Pasqua di morte e risurrezione di Gesù.
I primi cristiani, dispersi nei luoghi più disagiati e poveri, non conoscevano ostacoli. Provenienti anche da molto lontano, la sera del sabato si radunavano, pregavano, ascoltavano la Parola di Dio, e, sotto la presidenza del presbitero, all’alba rinnovavano la Cena del Signore.
Il giorno dopo il sabato, cioè la domenica, divenne subito ‘la Pasqua della settimana’. Oggi, con tanta amarezza, vediamo che molti nostri cristiani, sazi di tutto, hanno perso il gusto della Domenica’ il Giorno del Signore’.
La chiamano con un altri nomi sempre più feriali e secolarizzati. Non giudichiamo nessuno, ma noi dobbiamo rinnovare la nostra fede e la scoperta della Domenica.
Chi riscopre il Giorno del Signore, è simile a Tommaso, questo giovane, simpatico ed impetuoso discepolo che, tormentato dal dubbio, non volle credere alla risurrezione di Cristo, a meno che non lo avesse da vedere con i suoi occhi e toccare con le sue mani.
Chi vuol conoscere Gesù, rilegga cosa fece con Tommaso: lo prese in parola, lo avvicinò, lo abbracciò con un grande sorriso e, dolcemente, a mo’ di rimprovero, gli disse: “Toccami”. Tommaso, diventato pasquale di schianto, disse quella giaculatoria che vorrei facessimo nostra: “Mio Signore e mio Dio!”. Gesù ha lanciato e continua a lanciare ponti, per aiutare noi a passare il Rubicone del dubbio e di approdare alla certezza della gioiosa risurrezione dei morti.
Una di questi mediatori è la polacca sr. Faustina, la santa che prodigiosamente ha fatto riscoprire in molti dubbiosi e tiepidi cristiani la devozione a Gesù Misericordioso. Ne facciamo memoria proprio oggi, dicendo in cuor nostro: "Gesù, confido in te".
Don Rinaldo Sommacal