Omelie

Omelia del 17 febbraio 2013 - Domenica I di Quaresima (Anno C)

E’ già quaresima. Cinquanta giorni alla Pasqua.

Se a carnevale, come dice il proverbio, ‘ogni scherzo vale’, non così in quaresima. Il severo rito dell’imposizione delle ceneri sul nostro capo, celebrato mercoledì scorso, come ufficiale avvio della quaresima, è un richiamo ed un monito che il cristiano non può prendere alla leggera. Perché sulla testa le ceneri, ricavate dai rami d’ulivo benedetti la domenica delle Palme di un anno fa? Perché, come transitò velocemente l’accoglienza trionfale riservata a Gesù, così la nostra vita va velocemente verso l’ultimo traguardo, incontrando ogni sorta di difficoltà. 

Quel ‘ricordati che sei polvere’ detto dal celebrante nel momento in cui ti mise la cenere sulla testa, ti consegna verità fondamentali. Proviamo a ricordarne alcune.

Perché la cenere? Perché è il simbolo più eloquente di ciò che è ognuno di noi: una splendida pianta fiorente e vitale all’inizio, ma alla fine, come il secco ramo d’ulivo, diventa cenere. La cenere benedetta non viene spalmata sui piedi o nelle palme delle mani, o in altre parti del corpo. Viene posata volutamente in fronte, sulla testa, con quel ‘ricordati!’,per dire a tutti ed a ciascuno, chi siamo, perché ci siamo, e, poiché in dietro non si torna, cosa dobbiamo fare per percorrere rettamente la strada giusta o per farvi ritorno dopo gli errori.

Noi cristiani siamo quelle persone che, negli esami di coscienza, prima delle azioni, si interrogano sulle intenzioni. Il cuore, i sentimenti, gli stati d’animo ecc. sono tutte facoltà operative, che realizzano i progetti di vita; ma gli scopi di quel dire, di quel fare, di quel agire…dipendono dal nostro invisibile pensare. E’ il pensiero, è la nostra segreta intenzione che da valore morale al nostro agire.

Per eccesso, si può dire che che è possibile che alcuni vengono giudicati colpevoli e magari hanno agito in buona fede, credendo di fare cosa buona; mentre altri, che si sono camuffati da agnelli, in realtà possono aver agito con perfida voglia di ingannare. Noi ci difendiamo dicendo che non è il caso nostro, sentendoci magari l’ultima insignificante ruota del carro. Invece no. Gesù, (che aprì la sua missione lasciandosi sottoporre a tutte le possibili ed inimmaginabili tentazioni, che, prima o dopo, nel piccolo o nel grande tocca a tutti), a te, a me, dice: “Sta in guardia. Sicuramente sarai anche tu tentato. Attento ai tuoi punti deboli”. Lucifero è astutissimo. Era il principe degli angeli, conosce i nostri invisibili pensieri. Scoccherà la freccia là dove sono più vulnerabile.

Con chi, allora, devo fare strada, per prevenire la tentazione, per affrontarla quando viene, per uscirne vittorioso? Certamente non da solo e non solo con chi è pari a me. Quel Gesù che ad ogni tentazione da la risposta vincente, oggi fa viaggio con me. A me non solo insegnerà cosa dire e fare, ma anche cosa pensare, per essere onesto nell’agire. Gesù è alla tua porta e bussa. Ti aiuterà a dire: “Solo Dio adorerai! Non sostituirlo con nessun altro!”.

Don Rinaldo Sommacal