Omelie
Omelia del 20 gennaio 2013 - Domenica II Per Anno (C)
Madre Chiesa, attraverso la celebrazione dell’Anno Liturgico, ci guida a ruotare attorno al nostro sole divino che è Gesù. Dopo le domeniche del Santo Natale, dell’Epifania e del Battesimo di Gesù, ci riporta, in un certo senso, dalla domenica ai giorni feriali.
Se per domenica intendiamo le grandi solennità, entro le quali sostiamo, fermando l’azione e movimentando la riflessione, la preghiera e la contemplazione, per giorni feriali, o lavorativi, intendiamo tutto il grande ciclo di settimane, che va sotto il nome di Settimane del Tempo Ordinario. Sono necessarie le grandi solennità, che ruotano attorno al Natale, alla Pasqua e alla Pentecoste, ma determinanti sono anche le tappe del cristiano, nelle quali deve dimostrare di saper imparare come un garzone, impegnarsi come un professionista, diventare una icona nella quale i giovani scoprono il loro passato e intravvedono il loro avvenire. Lo scopo, e delle solennità e delle settimane del Tempo Ordinario, è quello di metterci a servizio, con tulle le nostre forze e con gioia, per realizzare quel regno di giustizia e di pace che diventa la strada sicura al paradiso. E’ una meravigliosa ed accattivante visione. Ma non si realizza senza il nostro individuale e comunitario apporto.
Per di più, questo Regno di giustizia e di pace, anticamera del paradiso, (che sarà l’esplosione infinita ed eterna della pace nel nostro Dio Padre e Figlio e Spirito Santo), se è un valore eminentemente morale e spirituale, i suoi doveri ed i suoi frutti, però, devono essere visti concretamente già qui e ora. Ed ecco alcuni messaggi che ci vengono, per il nostro oggi, con una forza strabiliante di attualità, dalla Parola di Dio che è, che era e che viene.
Disse Dio per mezzo del grande Isaia: “Per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi concederò pace, finché non sorga come aurora la sua giustizia, e la sua salvezza non risplenda come lampada”.
Parole forti, che oggi cadono su di noi, cittadini del Mondo, ma anche cittadini dell’Europa, dell’Italia, del Veneto, di Belluno. Il cristiano, pur non essendo di questo mondo, vive ed opera nel mondo per orientarlo non verso una alternativa al paradiso, creando paradisi immorali. Deve, invece, fare scelte che si ispirino anzitutto ai valori, che sono la persona, la famiglia, il bene comune, il lavoro, la giustizia, la concordia, il progresso per tutti e tutti per il progresso, ecc. Saremo noi a sceglierci il nostro futuro immediato. Chi manca al dovere di partecipare non ha più il diritto di criticare. E’ il caso di fare nostro quel forte e positivo richiamo di Dio, per mezzo del Profeta, in tempi non sospetti: “Per amore dell’Italia, del mondo intero, non tacerò… finché non sorga come aurora la giustizia e la salvezza”. Sappiamo che l’aurora è preceduta dalla notte e dall’alba. Spesso l’alba caccia la notte e fa intravvedere il giorno.
E’ necessario passare gradualmente, anche faticosamente, dal sonno, al risveglio ed alla azione giusta. Riusciremo anche noi a cambiare l’acqua in vino buono, cioè questa durissima crisi in un graduale ed equo rinnovamento delle coscienze e delle responsabilità delegate, per uscirne luminosi da un buio passato?
Don Rinaldo Sommacal