Omelie

Omelia del 6 gennaio 2013 - Epifania (Anno C)

L’Epifania allarga smisuratamente i confini del presepio.

I personaggi che vanno alla grotta, sia amici che nemici, si fanno moltitudine e convergono da ogni dove. Anche il tempo, ogni tempo, ne rimane folgorato. Possiamo affermare che l’Epifania proietta tutta la sua luce, non solo sul Gesù, nato in una stalla, in un giorno ed un’ora ben precisi, ma sia sul passato che sul futuro.

Oggi Gesù, l’Epifanio, si manifesta a noi. A noi, quindi, il gioioso compito di far diventare un OGGI l’Epifania di sempre.

Vediamo i protagonisti della prima Epifania, oggi incarnati e spesso completati da figure del nostro tempo.

Punto indiscusso e immutabile dei tempi e dei personaggi è sempre e solo Gesù, il figlio di Dio, il figlio di Maria, Luce del mondo, sacramento visibile che manifesta il Dio invisibile. Poi una stella. Le antiche profezie l’avevano annunciata, ma solo pochi personaggi, regali in tutto, riuscirono a scoprirla al tempo giusto. Guida sicura per arrivare a Colui che disse: “Sia la luce”, e: ”Io sono la luce”. Quindi i Magi. Giunti a Gerusalemme, con una domanda inaspettata, sconvolsero i potenti del momento, impersonati in Erode. Legato al suo trono, non esitò a fare una strage di tutti i bambini di Betlemme, al di sotto dei due anni. Nel tempo, quanti hanno impersonato Erode, nel piccolo o nel grande! Quanti continuano a uccidere persone innocenti perché scomode, senza che il potere intervenga a disinnescare queste bombe costruite, non per difendersi, ma per uccidere chi la pensa diversamente, politicamente o religiosamente.

La figura più bella e ricca di insegnamenti epifanici, ci viene da quei tre personaggi, a volte chiamati Re, a volte Saggi, certamente persone alla perenne ricerca della luce. Sapevano che la luce, che guida la retta coscienza, non nasce dal nulla, ma da chi è la fonte della luce ed ha insaziabile sete di donarla agli altri, senza imporla con la forza o spegnendo la libertà, che permette anche di dissentire.

Intravedo alcune caratteristiche dei Magi, che non voglio lascIar cadere. Hanno gli occhi della mente sempre vigili, puntati verso l’alto, mai sazi di verità, intrepidi nel cercarla, per poi servirla in ginocchio e non per servirsene. Hanno i piedi ben piantati per terra, capaci di camminare, motivati da ideali di liberà, superando gli ostacoli che ogni vita vera incontra. Sentono di percorrere piste già tracciate, per cui brillano di umiltà e, nei momenti bui, non disdegnano di chiedere aiuto. Ma in nome di chi tanta fatica, lievitata dalla speranza di trovare? Lo chiedono ad Erode: “Dov’è colui che è nato, il Re dei giudei?”. Se erano a loro volta Re, andavano a inginocchiarsi davanti a Colui che, per sua natura, è l’unico Re, da cui deriva ogni potere, in cielo ed in terra.

Trovato il Re Bambino, si offrono a lui attraverso doni simbolici. Ma la loro vita cambiò. Tornarono a casa, non per la strada di Erode, ma per altra strada, missionari della pace e dell’amore universale. Oggi a noi rinnovare questa esperienza.

Don Rinaldo Sommacal