Omelie

Omelia del 15 aprile 2012 - Pasqua II

ANNO B - 2012

Le domeniche che seguono la santa Pasqua di Risurrezione, hanno, tra gli altri, principalmente lo scopo di farci passare da una vita cristiana solo di nome, ad una vita nuova, con Cristo risorto risorta nella fede, nella carità e nelle opere conseguenti.

Il vangelo usa una affermazione, che rintrona come un comando del Risorto per quanti arrivano a credere nella sua vera risurrezione.

Dice l’evangelista Giovanni: “La sera di quel giorno, il primo della settimana”.

Pensiamoci bene. Con queste parole l’evangelista, a nome di Gesù prima e di tutto il collegio apostolico poi, annuncia e consacra come punto di riferimento, non un giorno qualsiasi, non il sabato della Sinagoga, ma “quel giorno”, cioè il giorno della risurrezione di Gesù. Viene chiamato il ‘primo dei giorni’. Paragonato al primo giorno della creazione, ci fa capire che in quel giorno, con la sua risurrezione, Cristo ha rinnovato tutto il creato.

L’evangelista, cosciente o no, ma guidato dallo Spirito Santo, afferma che il giorno della risurrezione di Gesù, rivela il potere creativo di Gesù, il Figlio di Dio, su tutto il creato e su tutti gli esseri viventi.

Ecco perché la Chiesa di Cristo ha scelto, come giorno del Signore, non il venerdì, non il sabato, ma la domenica.

La cultura cristiana deve tenerne conto, in ogni campo.

Fin quando il cristiano non è in grado di riscoprire la domenica, chiamata il ‘primo dei giorni’, non solo come il giorno del riposo dal lavoro, non come il ‘fine settimana’, ma come l’inizio dei giorni, in cui il Signore ha vinto il peccato e la morte e chiama noi a rinnovare il grande mistero della Pasqua di Cristo che diventa la nostra pasqua, non ha capito fino in fondo la sostanza della natura della sua fede cristiana.

L’evangelista Giovanni, affinché questo messaggio, da un semplice fatto di cronaca diventasse un cambio di mentalità, ritorna a dirci: “Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa”. C’era con loro anche il dubbioso Tommaso. “Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo a loro”. ‘Otto giorni dopo’. Non quindi il sabato della sinagoga o il venerdì della moschea, il giorno scelto dalle altre religioni che hanno Abramo per padre, per celebrare la fine di un tempo, ma il giorno dopo il sabato, cioè il primo dei giorni, quando Dio disse:”Sia la luce”, perché la Risurrezione di Cristo fece nuove tutte le cose.

Gesù, risorgendo, ricreò il cielo, la terra ed i suoi abitanti. E disse per noi, suoi futuri discepoli: “Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto”. Ringraziamo gli Apostoli, perché la loro testimonianza, scolpita in loro dal Risorto per ben 40 giorni, ci hanno tramandato le verità che riguardano Gesù: il vivo, l’uomo vero, la Parola di Dio, Colui che si assunse le colpe del mondo e della storia, patì, fu crocifisso, veramente morì, fu sepolto, ma il terzo giorno risuscitò, non per opera di altri, ma per opera sua, perché Gesù, figlio di Maria, è Dio, è il Vivente.

Dio vuole dare a tutti la risurrezione.

Noi, come Tommaso, assaliti da mille dubbi, con il cuore gonfio di contrizione e di amore, diciamogli in continuazione: "Signore mio e Dio mio!".

Il parroco: don Rinaldo Sommacal