Omelie
Omelia del 19 febbraio 2012 - Per Anno VII
PER ANNO VII - ANNO B - 2012
Isaia profeta ci rivela un pregio ed un difetto di tutti i tempi, anche del nostro.
Dice il profeta: "Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche".
Dove sta il bene di questo ammonimento?
Nel fatto che non si deve mai dimenticare il nostro passato, il passato dei nostri avi. Quante liete sorprese ci riservano i racconti degli anziani, che ci insegnano che sempre ci sono difficoltà, ma che con due mani, quella dell'uomo impegnato e quella del Dio adorato e invocato, sono sempre state superate.
Ma, di fronte al presente difficile, c'è il rischio di cantare solo il passato, senza ricordare la sua durezza, le sue speranze fatte delusione, le sue sconfitte. Ecco il valore del richiamo di Isaia:
imparare dal passato la tenacia delle persone vere che, anche dalle pietre, seppero trarre il cibo necessario e con le intelligenze ben spese, seppero trasformare le difficoltà in energia provvidenziale.
Questo monito giunge al momento giusto.
Attorno a noi sembra che tutto crolli e che la crisi economica, dalle proporzioni incalcolabili, trascini nella crisi anche le persone con le loro intelligenze e volontà. Oggi c'è chi parla poco e in modo saggio e prudente, e sta facendo spuntare il fiore anche dalle sabbie del deserto.
Ma c'è anche chi, con un cinismo immorale e spaventoso, aizza la crisi, per difendere o trarre vantaggi che arrivano ancora ai più benestanti.
Ci vuole una unita di intenti, se si vuole uscirne salvi, anzi più saggi di prima, perché più ricchi di principi morali.
Ecco l'apostolo Paolo venirci in aiuto per indicarci la persona giusta che, se ascoltata e seguita, da qualsiasi parte essa venga, porterebbe tutte le persone e le loro forze a trasformare i deserti un prati verdeggianti.
Ci scrive l'apostolo: "Il figlio di Dio, Gesù Cristo, che vi abbiamo annunciato, non fu un "sì" e un "no", ma in lui vi fu solo il "sì", cioè il vero, il buono, il bello.
Dove regna l'unità di tutte le potenzialità diffuse in tutte le persone, in ogni cultura, nelle varie religioni che professano l'unico vero Dio, comunque lo si chiami, lì regnerà ogni tipo di progresso giusto ed equo.
Invece abbiamo un patrimonio immenso di valori, ma diviso egoisticamente da noi, sia come persone, che come istituzioni, che come religioni.
Ecco colui, che ci ha indicato la via e donato i mezzi, condividendo, fino al supremo sacrificio, tutto di noi.
E'disceso dal cielo, Lui un tutt'uno con il Padre che diventa la fonte inesauribile dell'amore, Gesù Cristo, il figlio di Dio da cui tutto proviene, ed il figlio dell'uomo a cui Dio vuole donarsi.
Quale l'intento? Portare tutti all'unità e trasformare la vera unità, il patrimonio che supera tutti i tesori.
Condizione necessaria: ascoltare, seguire, scegliere Gesù Cristo.
Non per tutti è facile, anche a causa degli scandali che spesso offuscano la presenza di Gesù nella Chiesa.
Rivediamo i l nostro rapporto con Gesù e raccogliamo il suo invito: "Alzati e cammina".
Il parroco: don Rinaldo Sommacal