Omelie
Omelia del 22 gennaio 2012 - Per Anno III
PER ANNO III - ANNO B - 2012
Mi attirano tre provocazioni, contenute nelle tre letture oggi proclamate.
Partiamo da Giona.
Un profeta anomalo, dagli aspetti psicologicamente molto comprensibili anche per la nostra religiosità problematica.
Un profeta che, al primo invito di Dio di andare a Ninive per predicare la conversione dai suoi mali morali e sociali, spaventato fuggì e causò, con la sua colpa, la tempesta marina. Tornato sano e salvo a riva, ecco la conversione del cuore e l'obbedienza alla volontà di Dio.
Quello che sembrava al primo Giona, cioè l'impossibilità , si verificò con la predicazione di Giona. Ninive tornò a Dio.
Allora una prima considerazione:
mai meravigliarsi se Dio ci chiede ciò anche sembra superiore alle nostre forze, in qualsiasi ambito della vita o individuale, o sociale, o familiare, o professionale, o politica. Se è Dio che chiede, Dio non chiede mai l'impossibile o il male.
Quante volte anche a noi, preti, persone che hanno consacrato la loro vita a Dio, di fronte a certe proposte che Dio ci fa per mezzo dei suoi rappresentanti, ci sembrano impossibili.
Certi no a certe proposte sono il Giona del no e sono una fuga dalla volontà di Dio.
Ma ciò che dico delle persone consacrate e legate al voto o alla promessa dell'obbedienza, vale anche per ogni persona che ha l'uso della ragione, soprattutto che ha fede e crede che Dio non chieda mai una cosa sbagliata.
Prima di dire sì o no, Dio invia i suoi consiglieri, innanzitutto la coscienza individuale, ma anche le persone dotate del carisma del consiglio, che possono aiutare il singolo a vedere se ciò che sente viene da Dio o da eventuali falsi profeti.
Obbedire a Dio è sempre il meglio che si possa fare.
Sappiamo che spesso l'obbedienza passa verso la fatica della conversione personale, ma se la chiamata è divina, Dio, che chiama, sarà all'opera con chi gli obbedisce, anche se peccatore.
In secondo luogo, il forte, fermo e deciso richiamo di Paolo apostolo che ci ricorda: "Il tempo si è fatto breve".
Quanti di noi, all'improvviso, si rendono conto che sono passati tanti e tanti anni dal giorno della nostra nascita.
E' un forte richiamo al valore della vita, suddivisa in anni, in stagioni, in mesi, in settimane, in giorni, in ore...
Basta anche un minuto per la conversione dal peccato a Dio. Questo lo dobbiamo tenere ben presente, poiché la nostra vita, fatta per l'eternità, dipende a volte anche da un solo secondo, quando si può chiedere perdono a Dio e dirgli:
"Mi pento e mi dolgo, sinceramente, di tutti i miei peccati".
Infine, la pagina del vangelo insiste nel riportare l'invito di Gesù, che, per chi è veramente un credente, diventa un comandamento senza appello e cioè:"Venite dietro a me".
Chi segue Gesù, non solo percorre la strada giusta, ma diventa un implicito invito per chi ti conosce, ma anche per chi non ti conosce, a muoversi verso Gesù.
Mi disse un giorno una ragazza, entrata per caso in chiesa: "Ho visto il sacrestano, non visto da nessuno, fare la genuflessione davanti all'altare. Mi ha aiutato a credere".
Il parroco: don Rinaldo Sommacal