Omelie
Omelia del 9 gennaio 2011 - Battesimo di Gesù
BATTESIMO DI GESU' - ANNO A - 2011
Isaia profeta ha chiarissime le idee sul Messia futuro.
Al Messia di Isaia manca solo il di più che noi conosciamo, cioè la divinità, ma ha tutte le virtù che dovrà avere il Cristo, l'uomo nuovo, che dovrà essere il punto di riferimento di ogni uomo che, nato sotto la legge, dovrà lasciarsi prendere per mano per diventare un libero figlio di Dio.
Ecco le doti morali che brilleranno nel Messia, che liberamente si metterà al servizio del Signore e del quale il Signore si compiacerà, liberandolo dalla schiavitù.
- Il Signore lo innalzerà alla sua pari, come il suo 'eletto'.
- 'Porterà il diritto alle nazioni'. Cioè, la sua missione, ancor prima che una promessa di paradiso ultraterreno, sarà una rivoluzione sociale. I diritti fondamentali, su cui si fonderanno tutti i governi umani, non verranno da un gioco di forze, che vedono sempre primeggiare il più astuto ed il violento, assetati di potere, ma da Dio che, nel creare l'universo ed il suo padrone temporale, l'uomo, ha messo già nelle leggi naturali e nella libera coscienza della persona i principi primi su cui la genialità delle intelligenze e delle volontà può giocare per generare progetti di progresso, nella pace e nel diritto, avendo come prospettiva il primato della persona umana.
- Il Messia è chiamato 'servo di Dio', non nel senso umiliante di schiavo, ma nel concetto più alto di chi si sente onorato di compiere liberamente ciò che Dio vuole, sapendo che Dio vuole sempre il bene dell'uomo, sia singolarmente preso che come famiglia, comunità, popolo e razza.
- il Messia tenderà con tutte le sue forze, anche a costo della vita, a realizzare il suo progetto rivoluzionario in favore di ciascuno e di tutti. Ma lo farà con lo stile di Dio e cioè:
non urlerà gli ordini, non si imporrà con la forza, userà con ognuno un metodo personalizzato, per cui, al sano chiederà di più, mentre al debole, al fragile, al malato, allo sfiduciato..., userà la psicologia della gradualità, proponendosi di partire da dove si trova in quel momento, ognuno, infondendogli quella fiducia in se stesso che è il punto indispensabile di partenza per riprendere il cammino che lo riporterà alla dignità riconquistata. Importante è volersi bene!
Cosa di più bello che ridare la vista ai ciechi, l'udito ai sordi, la parola ai muti, ma ancor più la dignità al depravato, la speranza al disperato, il lavoro al disoccupato, all'alcolizzato e al drogato la libertà dal vizio, la capacità di riamare colui che, odiando, si è fatto odiare e cacciare...
La lista delle schiavitù fisiche, morali e spirituali, date da Dio al suo eletto, con la solenne consegna di realizzarle tutte, a qualsiasi costo, ben la conosciamo, poiché noi, a differenza di Isaia, conosciamo il profetizzato 'servo di Iavè', l'eletto, il messia, il liberatore. Gesù è l'eletto di cui parlano i profeti.
Pietro, che Gesù scelse perché avesse da raccogliere l'eredità del messia, e dell'opera messianica da far continuare fino alla fine del mondo, così lo presentò ai suoi ascoltatori:
"Voi sapete... come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui".
Quel 'voi sapete', a cui si rivolgeva Pietro, oggi siamo noi.
Ebbene, ecco la domanda: "Conosciamo noi Gesù? Sappiamo chi è veramente?".
Certamente di Gesù conosciamo tante notizie, ma una ci interessa sulle altre e questa deve di nuovo diventare operativa in noi e tra di noi. Un giorno, per mano di mamma e di papà, sostenuti da un padrino e da una madrina, ci siamo presentati al fonte battesimale.
Lì giunti, Dio, per bocca del parroco, ci ha chiesto: "Cosa volete?".
Risposero i nostri familiari: "Il Battesimo".
"Ma sapete che ricevere il battesimo significa entrare nel sacro fiume Giordano, cioè in Gesù e diventare come Lui?" "Sì", dissero per noi i nostri genitori, padrini, comunità.
Su di noi, usciti dal fonte battesimale, Dio disse: "Tu sei mio figlio". Siamo corpo di Cristo. Siamo gli eletti.
Da adulti stiamo realizzando in noi il Cristo che abbiamo ricevuto da bambini? Ad ognuno di noi la sincera risposta.
Il parroco: don Rinaldo Sommacal