Omelie
Omelia del 5 dicembre 2010 - Avvento II
AVVENTO II - ANNO A - 2010
- Il nostro Dio, provvidente fin dalla fondazione del mondo, per mezzo dei suoi portavoce, i profeti, continua a prometterci un suo speciale messaggero. Lo chiama il Messia.
Noi ben lo conosciamo. E' Gesù in persona.- Da Isaia è preannunciato come un perenne 'germoglio'.
Il suo compito è quello di portare l'uomo entro la famiglia di Dio.
Questo germoglio si innesterà sul tronco di Iesse, cioè sull'umanità e vi riverserà tutta la sua identità. Il suo innesto sarà opera dello Spirito del Signore.
Il tronco di Iesse era stato avvelenato dalla disobbedienza, dal 'non serviam' a Dio, dei progenitori.
La prima grazia efficace di quel virgulto, piantato sull'antico tronco dell'umanità, fu la restituzione dell'innocenza all'umanità. I profeti chiamano quel 'virgulto' il Messia, l'Unto di Dio, il Cristo. Lo proclamano come 'l'uomo nuovo'; non sanno, però, che è anche, ontologicamente ed operativamente, il Dio-uomo e l'uomo-Dio. - Lo Spirito Santo riversò sul Messia, il Dio-uomo, la sinfonia di tutti i suoi doni.
Si posarono su di lui lo spirito di sapienza e di intelligenza, lo spirito del consiglio e della fortezza, lo spirito della conoscenza e del timore del Signore. - Il Messia capovolse le logiche della disobbedienza e riportò la retta coscienza ad essere il vessillo di pace per tutti i popoli.
Fascia dei suoi lombi sarà la giustizia e cintura dei suoi fianchi sarà la fedeltà. Questo è il Messia visto dal grande Isaia.
- Da Isaia è preannunciato come un perenne 'germoglio'.
- Ma il Messia vero andò ben oltre: innestò nella natura umana la sua natura divina.
L' umanità, malata nella sua radice, ricevette la presenza del suo Creatore. Il Messia è il Dio fattosi uomo; è l'uomo che concepì Dio.
Ciò che Isaia non sapeva e non poteva sapere, è che il Messia promesso, è sì un figlio d'uomo, ma è anche il figlio di Dio. Attraverso Maria, tutta l'umanità diede la propria carne a Gesù.
Ma anche tutta la divinità, per opera dello Spirito Santo, è presente e operante nella carne umana di Gesù. - Come ci dice l'apostolo Paolo, 'ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione'.
Cosa dobbiamo imparare dalle scritture realizzatesi puntualmente ed in modo sovrabbondante in Gesù, il figlio di Dio e figlio dell'uomo?
Che Gesù, venuto nel tempo, continua nel tempo ad incarnarsi nell'umanità che viene: noi siamo oggi l'antico tronco visitato da Gesù, la nuova umanità.
Noi siamo 'l'oggi' della perenne venuta di Gesù, promesso dai profeti, storicamente realizzatosi con l'incarnazione, passione, morte e risurrezione, sacramentalmente presente nella sua Chiesa.
Gesù, quindi, non è una pagina del passato da ripassare ogni anno.
Gesù è il nostro oggi. E' diventato uno di noi con il battesimo, si è fatto adulto in noi con il sacramento della confermazione, riversa su di noi i suoi stessi doni.
Noi, ripieni di Spirito Santo, siamo chiamati a prendere coscienza di quello che siamo diventati. Si fa urgente il richiamo di quel santo Papa, che ci disse: "Riconosci o cristiano la tua dignità!".
Sai di avere nei cassetti della tua personalità redenta i sette doni dello Spirito Santo? Perché vai piangendo miseria, quando anche tu sei una tastiera dello Spirito Santo?
Premi il 'do' della sapienza e sentirai rifiorire in te il creativo bisogno di imparare, sapere, indagare. Stupirai fino alle lacrime, avendo a portata di mano il mistero del bello, del buono,del vero...;
premi il tasto della scienza e ti troverai cullato dolcemente dal bisogno di contemplare lo spettacolo della creazione ed il dono della vita, passando dal vivere senza senso al vivere come dono d'amore per diventare un amore che si dona;
a quanti si aspettano da te una parola, un ascolto, un parere, usa il dono del consiglio... Dopo di aver tanto ricevuto, potresti diventare tu un punto di riferimento per quanti cercano uno che sa ascoltare...E così con tutti gli altri doni di cui siamo ricchi.
Ha ragione il Battista che ci invita a convertirci a questi gratuiti tesori divini, trapiantati nella nostra natura umana.
Il parroco: don Rinaldo Sommacal