Omelie
Omelia del 31 ottobre 2010 - Per Anno XXXI
PER ANNO XXXI - ANNO C - 2010
Soffermiamoci per alcuni istanti sul primo brano proclamato, tratto dal prezioso libro veterotestamentario della Sapienza.
E' un gioiello, che vuole trasformarsi in dono: individuale, comunitario, spirituale, temporale, religioso, sociale.
Il saggio Israelita, dialogando familiarmente con il suo Dio, (il Dio di Abramo, di Mosè, il Dio di Gesù Cristo, quindi il nostro Dio), fa una strepitosa e dolcissima affermazione, da Dio stesso ispirata: "Tu, Signore, ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato".
La creazione, tutta la creazione, è, quindi, un atto d'amore di Dio.
Ci siamo dentro pienamente tutti noi, ci sono dentro anch'io.
Per dirmelo, per farmelo ascoltare, capire, assimilare, Dio sceglie la strada del dialogo. Dio parla con noi, usando il nostro linguaggio.
Il dialogo porta alla reciprocità, all'intesa, alla fiducia, alla conquista, all'innamoramento. Allora tutta la vita sussulta.
Il quarto vangelo inizia così:
"In principio Dio era il Verbo, Il Verbo era presso Dio, il Verbo era Dio". Dio è Parola che tutto può. Fa quello che dice.
Dio disse e la luce fu. Il saggio Israelita commenta: "Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non l'avessi voluta?"
Alla luce di queste verità, torniamo a casa, nell'intimo di noi stessi, là dove la parola di Dio da universale si fa personale e dove scopro che Dio è la mia perenne origine, che, quindi, con Dio ho un nesso inscindibile. Il Dio dell'universo si fa il mio Dio personale.
Io divento il suo mondo e Lui si gloria di accogliermi nel suo mondo come un 'unicum' irripetibile.
Sento rivolto a me il giuramento di Dio: "Io sono indulgente con tutte le mie cose, perché sono amante della vita".
Sì, Dio si personalizza con ciascuno, ma non si svilisce.
l'Infinito amante della vita, quando ha pensato all'uomo, lo ha voluto capace di infinito.
Afferma il saggio Israelita: "Il tuo Spirito incorruttibile è in tutte le cose".
Quale Dio è così liberale e generoso da farsi dono a tutto e a tutti, secondo la loro natura, secondo la loro specie?
Il suo nome lo vedo scritto nelle leggi fisse che governano il regno minerale, il regno vegetale, ancor più il regno animale, spesso superdotato di varietà e di istinti quasi soprannaturali.
Ma, dove Dio è presente, sì come creatore, ancor più come partner, come amico, come socio, come fidanzato, pronto a scrivere un patto di perenne alleanza sponsale, è con l'essere umano: uomo e donna.
Dio, essendo relazione per sua natura, ad extra può realizzare il dialogo solo con l'uomo, a sua volta assetato di relazione.
Con Dio, l'uomo (maschio e femmina) può iniziare a tessere quel sogno che Adamo ed Eva tentarono per la strada sbagliata.
Non tema l'uomo di aspirare a Dio, chiamandolo Padre.
Non tema l'uomo di sentirsi figlio di Dio e non solo Sua creatura, da quando Dio (il Verbo) si è fatto parola umana nell'Emmanuele.
Sì, tu Dio puoi chiamarti vero uomo, in grazia di quella Donna, uno di noi, che ti diede la nostra natura.
Sì, tu uomo, immedesimato in Cristo, puoi chiamarti stirpe divina e puoi guardare al tuo domani sulle ali della speranza che ti porta, attraverso sorella morte, a vincere la morte.
Signore, donami la positiva inquietudine di Zaccheo.
Signore, inebriato da queste liete verità, anch'io voglio vedere Gesù.
Signore, come Zaccheo, anch'io mi sento piccolo, piccolo, spesso vittima delle mie debolezze morali, ignorante dei preziosi doni che tu hai riposto in me e che riposano inermi, distratto ed attratto dagli idoli del momento.
Signore, fa che anch'io, incontrando Gesù, incontri me stesso e impari a guarire da quella piaga fin troppo presente in me e attorno a me, che si chiama tristezza, malinconia, pessimismo, depressione, sottostima, noia, sfiducia...
Signore, vieni nella mia casa ed accendi quella luce interiore che mi fa capire che sono prezioso ai tuoi occhi.
Sì, sono prezioso!
Signore, aiutami ad amarti, ad amare, ad amarmi!
Il parroco: don Rinaldo Sommacal