Omelie

Omelia del 3 gennaio 2010 - Natale II

NATALE II - ANNO C - 2010

Non perde tempo Madre-Chiesa con noi. Ci vuole svezzare.
Abbiamo appena ascoltato i vagiti del bambino Gesù.
Siamo andati ad adorare nostro Signore con i pastori di Betlemme. Abbiamo cantato la santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe.
Ci siamo messi a contemplare estasiati e ad esaltare la maternità divina di donna Maria, simbolo di ogni maternità e di ogni creatività.
Ci saremmo augurati tempi lunghi per godere la poesia del presepio, prolungando il sapore della spiritualità dell'infanzia.
Invece la liturgia di questa domenica, a ridosso del Natale, ci proietta verso i piani superiori del mistero del Dio fatto uomo.
Se a Natale fu l'umanità di Dio ad attirare cuore, sentimenti e intelligenza, le odierne letture interrogano le nostre capacità speculative, quasi dovessimo tutti fare un corso accelerato di filosofia e ancor più di teologia, per sfociare nell'oceano della mistica. E' la meta del cristiano adulto.
Proviamo ad intraprendere assieme questo salutare percorso.
Attenti ad un rischio:

  • chi crede di essere molto intelligente, si guardi dalla superbia della mente che può farlo inciampare e cadere nel dubbio, quindi nello scetticismo, perdendo lo scopo specifico della celebrazione del mistero di Dio fatto uomo, che suppone, ma supera ogni intelligenza. Solo l'umile si ritrova con il passaporto valido.
  • Ma anche il semplice, colui che pensa di non avere le doti dello scienziato e del teologo, si metta in cammino. Non è forse vero che il bello, il buono, il vero, anche se sublime, trova terreno fertile in chi, con docilità, con fame e sete, ascolta e, ascoltando, senza accorgersi diventa ciò che ascolta, anche se, poi, non sa ripeterlo ad altri?
  1. Dunque ragioniamo. Prima che l'angelo dicesse a Maria che sarebbe diventata madre di Dio, Dio pre-esisteva.
    Il Dio, che avrebbe chiesto a Maria la natura umana, era addirittura Colui che aveva creato l'intero universo ed i suoi abitanti, tra i quali l'uomo, a cui un giorno avrebbe chiesto la natura.
    I libri ispirati danno un nome a quel Dio che fu ed è l'origine di ogni cosa che esiste e che verrà.
    Lo chiamano con un nome bello, che fa sobbalzare quelli che per professione, con orgoglio, se lo legano davanti agli occhi. "Sapienza" è il suo nome. Nessun sapiente può farsi chiamare "La Sapienza".
    Semmai può dire di volerne percorrere le strade già tracciate.
    I sapienti non creano nulla; solo leggono, spesso a fatica, a volte sbagliando, ciò che la Sapienza ha già scritto nelle varie stanze del creato. Ebbene, il Dio Sapienza, la Sapienza divina, quando volle operare al di fuori della sua autogenerazione, così  grandiosa da ergersi come il primo dei misteri della nostra fede, (cioè la natura del Dio in sé, che, quando dialogò con noi, si rivelò Famiglia);
    il Dio, Sapienza onnisciente, quando volle trarre dal nulla questo universo la cui immensità non è stata ancora misurata, si presentò come Parola onnipotente: fa quello che dice.
    "Il Verbo" lo chiama il mistico evangelista Giovanni, che ebbe la straordinaria avventura di dissetarsi per tre anni a quella Parola incarnata e la vide poi in apocalittiche visioni.
    Dice di Lui Giovanni, (e vengono i brividi al solo rileggerlo): "In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio, il Verbo era Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste".
    Fatta questa premessa, che è rivelazione, ma anche una altissima lezione di cosmologia teologica, ecco l'aspetto che la scienza umana non può raggiungere ed interrogare, poiché appartiene tutto al soprannaturale, anche se destinatario è proprio la natura, cioè l'oggetto dello studio delle scienze umane. Scienza e fede in dialogo.
    Proclama l'evangelista: "Ed il Verbo si fece carne. Egli venne tra la sua gente... A quanti lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio". "Che linguaggio è mai questo!?" ci chiediamo!
    L'apostolo Paolo ci vede smarriti, sorpresi, sublimemente disorientati ed accorre in nostro aiuto. Da rivelatore ci dice: "In lui (Gesù) Dio ci ha scelti prima della creazione del mondo".
    Vi pare poco? Lasciamoci cullare per un po'. Sogniamo paradiso.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal