Omelie

Omelia del 1 gennaio 2010 - Capodanno

CAPODANNO - ANNO C - 2010

La Chiesa apre l'anno nuovo con una solenne liturgia che canta la maternità di Maria e la diffonde, operativa, su tutto il creato.
Così la saluta: "Salve, Madre santa: tu hai dato alla luce il Re che governa il cielo e la terra per i secoli in eterno".
Maria, generando Gesù, ha dato a Dio la dimensione del tempo, Lui che, essendo l'Eterno, l'Io Sono, è fuori del tempo, è l'origine del tempo e lo governa come sua creatura.
Se l'anno nuovo va paragonato ad una rinascita del tempo, è giusto che noi, i figli del tempo, abbiamo da metterci in ascolto dei messaggi che ci vengono da questo grembo materno che è il tempo, che sa generare altro tempo.
Ma per chi? Ma perché?

    1. Il vangelo narra il momento storico quando i pastori di Betlemme, dopo l'annuncio degli angeli, "andarono senza indugio e trovarono Maria, Giuseppe e il bambino che giaceva nella mangiatoia".
      Come leggere l'Evento alla luce del nuovo anno che proprio oggi nasce e viene paragonato alla nascita, nel tempo, di Dio, in Gesù?
      Il tempo, creatura preziosa di Dio, viene come dono generatore di doni, occasione preziosa, interrogativo, proposta.
      Come i pastori di Betlemme, noi dovremmo essere sempre pronti a cogliere il richiamo del tempo come la favorevole occasione che viene. Il nuovo anno viene all'insegna della novità.
      La novità richiede attesa, sana curiosità, discernimento, saper scoprire il tempo opportuno per investirvi scelte di vita che fanno crescere verso la maturità il neonato.
      Sa cogliere la novità colui che è capace di attesa, a qualsiasi età sia la sua anagrafe personale.
      Chi non sa attendere come sentinella, non sa investire sul tempo, ma viene inghiottito dal tempo che, veloce, passa, travolge i pigri, i distratti e li getta nelle immondizie della vita.
    2. "Tutti... stupirono delle cose che i pastori dicevano".
      Se la nascita di Gesù è il paradigma di ogni nascita, impariamo da questo evento come far nascere il nuovo anno e come rinascere con il nuovo anno. Un valore prezioso, che dà al tempo una luce festosa, è lo stupore.
      Vorremmo che questa liturgia, fatta rivelazione, ma anche preziosa occasione di rinascita, avesse da contaminare di stupore il mondo, gli uomini, la storia di ogni giorno, ognuno di noi.
      In giro c'è troppa tristezza, c'è aggressività esasperata, c'è incapacità di vedere il bene, c'è pessimismo che inquina, contagia, danneggia, c'è spreco di energie positive. I deboli ci cascano.
      Perché noi cristiani, che abbiamo impresso, con il battesimo, il sigillo della speranza teologale, non collaboriamo positivamente nel tempo, per dare una svolta alla storia, sia quella individuale, come quella familiare, sociale, di condominio, di quartiere, di Città, di nazione, di mondo?
      Non si può iniziare un anno nuovo all'insegna del "tutto male", del "nulla va bene", degli slogans da osteria che si sostituiscono al dialogo, al sano ragionamento, alla voglia di valori condivisi con la forza della carità che è la virtù teologale dell'amore.
    3. Ma, per fare questo, noi, i destinatari del tempo che viene, dobbiamo rivedere la nostra identità di persone umane, visitate da Dio per mezzo del suo figlio, che ha fatto di noi tutti una nazione santa, un popolo regale, sacerdoti del nostro Dio. Noi siamo i protagonisti della "pienezza del tempo" di cui parla l'apostolo Paolo. Noi siamo i riscattati dal figlio di Maria, il Dio fatto uomo.
      Noi siamo gli adottati da Dio, per cui, oltre ad essere un dono del tempo, siamo anche i liberatori del tempo, perché si possa andare a Dio non da schiavi, ma da liberi figli che lo possono chiamare "Papà".
    4. Come risponde Dio al vagito del nuovo anno, al nostro grido: "Aiutaci a vivere, a vivere bene, nella dinamica della pace?"

 

      Dio, sulla porta d'ingresso di questo nuovo tempo di salvezza che è l'anno sociale 2010, comanda a noi, suoi sacerdoti, di dire a tutti: "Vi benedica il Signore! Vi protegga! Il Signore faccia brillare su di voi il suo volto e vi sia propizio".

 

    Con Dio tutto è possibile! Tempo di speranza, quindi. Buon Anno!

Il parroco: don Rinaldo Sommacal