Omelie

Omelia del 28 dicembre 2008 - Sacra Famiglia

SACRA FAMIGLIA - ANNO B - 2008

Il mistero del Natale rivisita, illumina, rinnova i contenuti di tutti gli innumerevoli altri misteri della vita dell'uomo sulla terra.
Oltre a celebrare le singole persone, quali Maria, Giuseppe e Gesù, il Natale ce le ripresenta anche come esemplare istituto familiare.
Per questo la Chiesa, subito dopo il santo Natale, ci invita a contemplare, lodare e pregare la santa famiglia di Gesù, Giuseppe e Maria e ad interrogare le nostre famiglie alla luce che intensissima ci viene da questa sublime ed umile famiglia di Nazaret.

Le tre letture ci fanno da guida alla celebrazione.

  • Il vecchio Simeone, mosso dallo Spirito Santo, accolse la santa famiglia al tempio di Gerusalemme e, stringendo tra le sue braccia Gesù, disse: "I miei occhi hanno visto la salvezza".
  • La lettera agli Ebrei, rileggendo a ritroso chi è Colui che Simeone definì "Salvezza", risale fino ad incontrare il padre della fede nel Dio di Gesù Cristo e della fede in Gesù Cristo, la divina Salvezza.
    Dice la lettera agli Ebrei: "Abramo, chiamato da Dio, partì, senza sapere dove andava".
    Abramo vivrà di fede in Dio e Dio lo farà diventare padre di quanti credono in Lui.
  • Cosa disse Dio, per cui Abramo lasciò tutto e lo seguì sempre e ovunque, superando gli ostacoli di ogni genere?
    Gli disse solo: "Non temere. Io sono il tuo scudo".
    Certissimo di aver sentito la voce di Dio, Abramo "credette al Signore" al di sopra di ogni altra cosa.

Queste limpidissime parole e questi luminosi esempi appena ascoltati sono qui ad aiutarci a rileggere quel mistero ineffabile, ma spesso calpestato, che è la famiglia dell'uomo sulla terra.

  1. Non possiamo non constatare che oggi, fatte le dovute preziose eccezioni, la famiglia è una istituzione in forte crisi, spesso voluta e pilotata da una cultura eversiva che la vuol minare alle sue fondamenta.
    E' in crisi, non solo la sacramentalità del matrimonio, ma anche il matrimonio come basilare istituzione civile.
    • E' fortemente in crisi anche l'identità del concepito.
      C'è chi lo considera un indesiderato e lo sopprime come fosse un piccolo grumo di spazzatura.
      C'è chi lo desidera, anche in modo esasperato, lo cerca, anzi lo pretende, forzando spesso anche le leggi della natura.
    • E' in crisi il telaio delle virtù morali che devono costituire il sillabario della educazione che i genitori devono impartire ai figli, perché non crescano fiorenti solo nel corpo, rimanendo bambini capricciosi ed egoisti nel cuore.
    • E' in crisi la coppia. Si cancella la parola "matrimonio", si sceglie la parola "convivenza". I conviventi diventano "compagni", ma pretendendo i diritti degli sposati e la libertà di potersi separe.
  2. Ma la famiglia vera sta scoprendo di avere in sé un potenziale così positivo da poter affrontare la crisi, anche la peggiore ed essere in grado di rigenerarsi e ripresentarsi all'agone della vita più agguerrita e vincente che mai. I frutti si cominciano a vedere.
    La famiglia, superata la sua crisi di identità, può diventare la pietra d'angolo per affrontare in modo positivo le mille piccole o grandi crisi che toccano tutte le sfaccettature della vita individuale, sociale, anche ecclesiale. La famiglia ritorni a riprendersi i suoi valori fondamentali che sono: matrimonio celebrato, nella libertà adulta, con amore di condivisione, tra uomo e donna, davanti all'altare di Dio se credenti, dove il sacramento porta l'uomo e la donna a diventare indissolubilmente una sola carne;
    matrimonio tra uomo e donna celebrato davanti all'autorità civile se non credenti, ma coscienti e rispettosi del valore civile dell'istituzione familiare. Questi sposi non vogliono mollare davanti alle difficoltà, certi che il primo figlio da generare è la loro unità, onorata dalla fedeltà.
    Genitori, nonni, educatori... tornino ad educare i figli ai valori umani e, se cristiani, alla luce dei dieci comandamenti e dei due precetti dell'amore. Chi si fonda sulle tavole di Mosè e sulle due leggi dell'amore è certo di rigenerarsi e di rigenerare l'umanità nelle sue più fondamentali e preziose istituzioni del vivere civile.
    Vogliamo salvare la società? Salviamo la famiglia.

Il parroco: don Rinaldo Sommacal