Omelie

Omelia del 10 agosto 2008 - Per Anno XIX

PER ANNO XIX - ANNO A - 2008

"Dio, dove sei?". E' l'interrogativo postoci, in modo unitario, dalle letture di questa domenica agostana. La vacanza dona facilmente a chi lo vuole il clima e il tempo per porsi le grandi domande e per tentare di darsi le salutari risposte.

  1. "Dio dove sei?" gli chiese il profeta Elia, stremato dalle continue persecuzioni dei suoi potenti avversari, che gli davano la caccia per ucciderlo, protetti e pilotati dalla suprema autorità del paese.
    Andò a nascondersi in una grotta, sul monte Oreb.
    Alla sua invocazione il Signore gli rispose.
    Lo invitò ad uscire dal nascondiglio, se voleva vedere Dio.
    Dove stava Dio? Nel vento impetuoso, cioè nella forza fisica? No.
    Dov'era Dio? Nel terremoto che tutto sconvolge? Nel fuoco che divora ogni cosa? No.
    Dove era Dio?
    Dio era nel "sussurro di una ebbrezza leggera".
    Elia sentì Dio, l'avvertì come una presenza dolce, delicata, rassicurante, gioiosa, da indossare come un abito, paziente e tollerante, sia verso i sentimenti del Profeta, sia verso i suoi crudeli persecutori, invitati alla conversione.
    Dove sei Dio?
    E' la domanda che sovente gli facciamo anche noi.
    Dio c'è. Ma spesso noi sbagliamo appuntamento.
    Dio è sempre presente, ma non sempre nel modo e nel luogo voluti da noi.
    E' allora che il Dio presente, a sua volta, ci chiede: "Adamo, dove sei?".
    Dio è certamente dove sono io. Ma non sempre io sono dov'è Dio.
    Dio ci sorregge, sempre, con amore soave, come la massaia che porta, con tenerezza, alle sue labbra il pulcino appena nato. Dio è dove sono io. Ma io dove sono? Non sento di essere nella sua mano forte e tenera? Perché non lo cerco vicino, anziché pellegrinare lontano. Egli abita a casa mia. Egli è la mia casa ed io la sua.
  2. La nostra fede non si ferma, però, a credere in un Dio generico, impersonale, universalmente riconosciuto e invocato, ma chiamato con nomi diversi. "Un Supremo ci deve pur essere" dicono in tanti.
    Ma noi siamo il popolo del Dio di Gesù Cristo, una identità precisa.
    Il cristiano prende l'invocazione di Elia e la fa diventare nuova.
    Il cristiano, nuovo Elia, chiede: "Dio di Gesù Cristo, dove sei?".
    Irrompe nel nostro dialogo Paolo apostolo in persona.
    Temendo di perder tempo, taglia gli indugi e ci lancia una sfida: "Chiamo a testimone di quanto dico lo Spirito Santo: se mi promettete di essere e stare uniti a Cristo, io accetto di essere per voi un "anatema", un separato da Cristo". In altre parole: "Purché, a vostra salvezza, abbiate da credere in Gesù e nel Dio di Gesù Cristo, io accetto di essere uno scomunicato!".
    Fin dove può giungere l'ardore di un vero apostolo!
    Pur di salvare tutti coloro che gli sono stati affidati, il pastore buono accetta la condanna.
    E' quello che pensano anche tanti sacerdoti, innamorati del corpo di Cristo che è la Chiesa, cioè i cristiani a loro affidati.
    A chi mi chiede: "Dio, dov'è?", rispondo senza alcun dubbio con l'apostolo Paolo: "Dio è in Gesù Cristo, perché Gesù Cristo è Dio".
  3. Gesù oggi è "l'ebbrezza" di Dio. Gesù è presente, Gesù parla. Tu che sei alla sincera ricerca di Dio, con Pietro chiedigli: "Comandami di venire da te". Gesù ti risponderà:"Vieni!".
    Andare a Dio è possibile.
    La strada c'è. Gesù è la strada. Disse: "Io sono la via...".
    Ma a Gesù Dio non si arriva per la strada della pura razionalità.
    La intelligenza ci vuole tutta, ma non basta. E' necessario accogliere il dono della fede, che è la sapienza che scende dall'alto.
    A tutte le teste pensanti che, ultimamente, hanno voluto ripresentare Gesù uomo e solo uomo, con l'intento di turbare la fede dei semplici, diciamo:"Non tentate il Signore Dio vostro. Un breve plauso di una certa folla non offuschi la vostra mente. Piuttosto, con le preziose notizie che avete raccolto sulla storicità di Gesù, mettetevi in ginocchio e chiedetegli:"Comandami di venire da te". Sentirete Gesù, felice del vostro lavoro, dirvi:"Vieni!".

Il Parroco: don Rinaldo Sommacal