Omelie

Omelia del 3 agosto 2008 - Per Anno XVIII

PER ANNO XVIII - ANNO A - 2008

  1. Noi, spesso avidi fino alle midolla, abbiamo mai pensato che, per le nostre innumerevoli necessità fondamentali, viviamo gratis?
    Ce lo ricorda il datore di tutti questi innumerevoli beni, Dio, che per mezzo del profeta Isaia oggi ci dice: "O voi tutti assetati, voi che non avete denaro, venite, comperate senza pagare...".
    E' impossibile fare l'elenco completo di quanto noi, tutti, istante per istante, riceviamo e consumiamo gratuitamente e lautamente.
    E' bene che venga fatta questa riflessione, raramente proclamata, presi come siamo dall'idea che tutto ci è dovuto, che tutto dipende da noi, che gli altri vivano sulle nostre spalle, noi i lavoratori onesti, loro i parassiti, per non dire ladri dei nostri sudori.
    Ma tu che ascolti, hai mai pensato che ben di più è quello che, quotidianamente, ricevi senza che ti costi una stilla di sudore?
    Sei tu che ti sei dato la vita o te la stai dando giorno per giorno, per anni, anzi per l'eternità? No. La ricevi e la possiedi gratuitamente.
    Sei tu che fabbrichi l'aria, l'ossigeno, la luce, il tempo, le stagioni, la terra che produce i beni della sussistenza, l' acqua senza la quale non ci sarebbe vita, la neve, i fiumi, i mari, gli oceani con i loro abitanti, le innumerevoli specie di animali, l'erba, i fiori, le piante con ogni sorta di frutti?
    Non solo spesso siamo ciechi di fronte a questa immensa tavola imbandita, ma si corre il rischio che, i più furbi ed intraprendenti, si diano da fare per fare incetta dei beni in natura destinati dal Creatore per la sopravvivenza dell'intera umanità.
    La proprietà privata non è legittima se sottrae agli altri il necessario per vivere.
    La proprietà privata è un diritto secondario deciso per garantire a tutti ed a ciascuno il necessario per vivere dignitosamente.
    Chi, per capacità imprenditoriali, ha il dono di moltiplicare i suoi legittimi guadagni, dovrà trovare il sistema non di sottrarli, ma di reinvestirli a beneficio di molti.
    Sarà allora un esempio di come uno può moltiplicare i suoi talenti, ma per il bene di molti. Sarà la grazia di Dio che si fa provvidenza umana. Oggi la maggioranza della popolazione non ha il necessario per vivere e vivere decorosamente. Molti muoiono di fame e di sete.
    Eppure i beni della terra e del cielo ci sono. Il Gazzettino denunciava nel solo Veneto cibo gettato tra i rifiuti per un miliardo ogni anno. C'èevidentemente un accaparramento di pochi privilegiati a tutto svantaggio delle necessità dei molti indigenti.
    Questa è una delle concause delle emigrazioni dei popoli affamati.
    E' difficile per le nazioni ricche poter dire: "Non abbiamo colpe".
    E' difficile, quindi, dire onestamente: "Rimandiamo gli emigranti là da dove sono partiti". Il problema è difficile, ma ci interroga.
  2. La Parola di Dio oggi non si accontenta di farci una lezione sui doni gratuiti che Dio ha messo a nostra disposizione in natura.
    Ancor più grande è il regalo soprannaturale che Dio ha fatto a tutti noi, sua immagine e somiglianza: ci ha dato gratuitamente se stesso, nella persona del Figlio, Gesù Cristo. Si è donato a noi senza chiederci in cambio qualcosa.
    Ci ha elargito anche il dono con cui possiamo riceverlo, cioè la capacità di amarlo, il miglior modo per dirGli: "Vieni!".
    Oh, se, innamorati di questo dono, potessimo gridare al mondo, con l'apostolo Paolo: "Né morte, né vita... potrà mai separarci dall'amore di Dio, cheè in Gesù Cristo".
  3. Il Dio di Gesù Cristo, che si è donato gratuitamente a noi, per mezzo del figlio suo, ci invita a trasformare in dono per gli altri ciò che noi abbiamo ricevuto gratuitamente, cioè tutto noi stessi. Gesù ci invita: "Voi stessi date loro da mangiare".
    Il cristiano si realizza se si fa dono.
    Non sarà una forza spontanea, facile, quella che farà sì che ciò che siamo gratuitamente, gratuitamente si doni a chi è nel bisogno.
    Noi, quando possediamo qualcosa, immediatamente sentiamo il bisogno di difenderla da eventuali pretendenti.
    E' più facile trovare solidarietà tra i nullatenenti che tra i ricchi.
    Il cristiano si realizza fino in fondo solo se a sua volta, essendo egli un dono, si fa dono.
    Difficile. Per questo bisogna riflettere, pregare e, se necessario, convertirsi alla volontà di Dio che è per la condivisione.

Il Parroco: don Rinaldo Sommacal