Omelie

Omelia del 15 giugno 2008 - Per Anno XI

PER ANNO XI - ANNO A - 2008

  1. Narra Esodo:"Mosè salì verso Dio".
    E' una affermazione laconica, forte, pedagogica.
    Mosè è il condottiero, è l'autorità religiosa e civile, è un'immagine terrena e visibile del giusto governo, è anche uno dei volti visibili del Dio invisibile, da cui, con il dono della vita, viene a noi ogni potere e autorità.
    Salire verso Dio. Mosè è l'esempio di come dovrebbe comportarsi ogni autorità, chiamata a governare con il potere ricevuto da Dio mediante la delega del popolo.
    Salire verso Dio. E' ciò che devono fare i Vescovi, i Sacerdoti, i Diaconi, chiamati a guidare con il potere regale, profetico e sacerdotale di Cristo, il popolo santo di Dio loro affidato.
    Salire verso Dio. E' ciò che dovrebbe fare ogni persona umana, che gode ed esercita il diritto naturale della libertà religiosa.
    Salire verso Dio. E' ciò che dovrebbe fare ogni cristiano, cosciente di essere figlio di Dio, quindi attirato a Dio Padre dal sigillo della divinità che gli fu impresso in modo indelebile dallo Spirito Santo attraverso il sacramento del battesimo.
  2. Chi sale verso Dio incontra il Signore che scende e chiede di essere ospitato entro una delle tende dove vive il suo popolo. All'uomo che lo prega, a sua volta Dio chiede ospitalità ed ascolto.
    All'uomo che il più delle volte chiede doni materiali, Dio viene con le mani piene di alleanza e di fedeltà.
    Alleanza stipulata con Abramo e i suoi discendenti e mai ritirata.
    Alleanza d'amore che spesso permette all'uomo di mettere alle corde il Signore, che si vede respinto in nome di altri amori. Dio viene a noi, perché siamo "sua proprietà".
    Non terra di conquista e di sottomissione, ma sue creature, tratte dal nulla e tenute in vita senza merito alcuno e solo per quel patto d'amore che Dio porta in cuore e propone ostinatamente all'uomo.
    Dio spera che anche noi, sua immagine, arriviamo con coraggio a dirgli: "Signore, tu sei la nostra proprietà, con te diventeremo una nazione santa, un popolo sacerdotale, la terra promessa".
    Dio, che non può non possederci, attende di essere da noi posseduto.
  3. Questo progetto ambizioso, trasgressivo se fosse un complotto guidato dall'orgoglio, che spinge l'uomo a farsi dio e prendere il posto di Dio; questo progetto, se realizzato nell'alleanza Dio-uomo, uomo-Dio, umanizza Dio e divinizza l'uomo, al punto che Creatore e creatura possono chiamarsi Padre e figlio, unica famiglia.
    Non è un sogno.
    Il progetto è concepito da Dio e da Dio realizzato con il concorso, non dei potenti, ma di un'umile creatura di nome Maria di Nazaret, espressione di quel "resto di israele" che rimase sempre fedele alla promessa fatta da Dio ad Abramo e da Abramo integralmente trasmessa all'umanità.
    Quello che l'uomo sognava per strade proibite e peccaminose, lo realizzò Dio per strade così sublimi da rivelarsi ai semplici, e così semplici da sfuggire al solo ragionamento.
    Quel "... e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" è la risposta alla complicità Dio-uomo, presentata come alleanza, ma diventata il mistero più alto in assoluto della nostra fede, dopo quello che dichiara Dio essere Uno e Trino.
    Dio, per elevare l'uomo da proprietà a partner, non esitò a scendere tra gli uomini, fino a farsi uomo. Il suo nome è Gesù.
    Gesù è il Verbo che si fece liberamente possedere dall'uomo fino ad assumere in sé tutta l'umanità con i suoi pregi, ma anche con tutti i suoi mali, cioè il peccato e tutte le sue conseguenze.
    La divinità di Gesù, assunta che ebbe la nostra umanità, dovette subire l'umiliazione della passione e morte.
    Solo così, ingoiato dal peccato dell'umanità, l'uomo-Dio poteva pagare il debito che l'uomo non poteva pagare.
    Alla morte, che credeva di aver vinto, Gesù rispose con la risurrezione.
    Con Gesù tutta l'umanità risorge giustificata e salvata.
    Ciò che è dell'uomo ora è di Cristo. Ma ciò che è di Cristo ora è dell'uomo. Guariti, andiamo a guarire il mondo dalle sue infermità.
    E' il messaggio che ci viene consegnato dal brano evangelico.

Il Parroco: don Rinaldo Sommacal