Omelie

Omelia del 8 giugno 2008 - Per Anno X

PER ANNO X - ANNO A - 2008

Conoscere il Signore è uno dei grandi temi del sapere umano.
Anche il profeta Osea, temendo da parte nostra ritardi o lungaggini, con amorosa premura ci sprona: "Affrettiamoci a conoscere il Signore". Anche per l'ateo è un interrogativo perenne.
La conoscenza può percorrere molte strade.

  1. Ci sono correnti di pensiero che scelgono la strada che parte dal basso.
    Si guarda, si osserva, si analizza, si indaga, si fraziona, si penetra l'oggetto dello studio e si arriva a definirne la natura.
    Molti filosofi hanno seguito questo metodo anche per arrivare all'esistenza di Dio e ad intuirne alcune proprietà. E' la strada che l'apostolo Paolo ha riconosciuto valida per giungere a dire: "Nessuno ateo è scusato. Basta guardarsi intorno per dire: se tutto ciò esiste, se tutto ciò non è opera dell'uomo, necessariamente deve esserci un Creatore Increato, poiché ogni effetto richiede una causa adeguata".
  2. Non è la strada seguita da Abramo, nostro padre nella fede.
    Abramo, per risolvere i suoi problemi di fede, a volte enormi e messi a durissima prova, non guardò con presunzione in basso, ma elevò, supplice, gli occhi verso l'alto e da lì gli venne sempre l'aiuto. Di lui Paolo apostolo dirà:" Abramo credette, saldo nella speranza contro ogni speranza e così divenne padre di molti popoli".
    Abramo tracciò la strada maestra che ci porta a Dio. Strada seguita dai profeti, da Mosè, da Gesù Cristo, oggi dalla Chiesa.
    La nostra fede non è il frutto di nostre limitate ricerche su Dio e di Dio, ma è un dono della rivelazione. Dio ha preso l'iniziativa.
    Dio non condanna, anzi loda e incoraggia anche la ricerca razionale dell'uomo sui misteri dell'essere, della creazione, dell'evoluzione.
    Dove c'è un pensatore serio, lì c'è una scintilla della scienza divina.
    Ma, conoscendo l'impari impresa della scalata alla verità tutta intera da parte dell'uomo che guarda all'in su, per conoscere e capire sempre di più, Dio prende l'iniziativa: scende e si rivela.
    Lo fa in modo metodico, lento, progressivo, mettendo tasselli su tasselli di verità entro l'imperfetto linguaggio dell'uomo.
    Tassello dopo tassello, anche se, strada facendo si può incorrere in imprecisioni di interpretazione, alla fine emerge meraviglioso il mosaico della rivelazione che in Cristo raggiungerà la sua perfezione, poiché Gesù è ad un tempo e la rivelazione di Dio all'uomo e lo stesso rivelatore che, anticamente aveva ispirato i profeti e che, da ultimo, si fece natura umana e linguaggio di un popolo, il popolo ebreo.
    Essendo la rivelazione l'eternità che si dona al tempo, ci vorrà un'eternità per capire ciò che è stato dato e detto nel tempo per mezzo della rivelazione.
  3. Ecco perché la verità su Dio e sull'uomo, anche se non c'è più nulla da aggiungere, è tutta, però, da comprendere.
    La rivelazione ancor oggi è in cammino di comprensione.
    Ce lo fa capire con tenerezza anche Osea, il profeta dell'amore di Dio per l'uomo, esempio di come gli uomini dovrebbero amarsi tra loro. Di Dio, che si fa conoscere all'uomo, Osea dice:"La sua venuta è sicura come l'aurora. Verrà come la pioggia d'autunno, come la pioggia di primavera che feconda la terra".
    La profezia ci dice che Dio, che prende l'iniziativa di scendere tra noi, lo fa gradualmente. Dio è più sole che aurora. Eppure a noi viene rispettando i nostri ritmi, rivestendosi di aurora. Ma Dio suppone che da parte nostra si sia terra assetata del suo arrivo. Ritorna la bella esortazione di Osea: "Affrettiamoci". Allora le due logiche della ricerca di Dio si possono guardare, intendere e collaborare. Dal basso l'uomo si affretti, cioè si disponga alla ricerca, all'ascolto di quelle voci che salgono verso la Voce, pronti a prestare l'orecchio alla Voce che si incarna nelle tante voci dei cercatori di Dio. L'uomo che chiama Dio, sentirà Dio che si lascia chiamare. L'unico ostacolo che contrasta l'incontro tra Dio e l'uomo, è l'orgoglio, l'astuto serpente che tenta l'uomo a dire: "Dio non c'è". Quale la preoccupazione prima di Dio fatto uomo? Chiamare il peccatore a conversione. Guarito dal peccato della superbia, l'uomo divinizza. L'aurora cede il posto al sole.

Il Parroco: don Rinaldo Sommacal