Omelie

Omelia dell'11 maggio 2008 - Pentecoste

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PENTECOSTE - ANNO A - 2008

  1. "Veni Sancte Spiritus!". "Vieni Santo Spirito, riempi i cuori dei tuoi fedeli! Accendi in essi il fuoco del tuo amore!".
    E' il grido che, da una settimana, riempie le nostre chiese.
    E' una accorata domanda, ma che sfiora il coraggio di essere un comando, un ordine che inviamo a Dio, quasi un ultimatum. E' una raccomandata con ricevuta di ritorno, inviata dalla Chiesa al suo fondatore, con la piena coscienza che, senza la presenza dello Spirito Santo, essa Chiesa perderebbe la sua identità e scadrebbe al ruolo di una delle tante società umanitarie.
    Gesù stesso, con insistenza, aveva fatto capire ai suoi discepoli che il primo compito della Chiesa sarebbe stato quello di invocare dal Padre l'invio, non saltuario, ma permanente dello Spirito Santo.
    Come potrebbe la Chiesa, assolvere i compiti che ha ricevuto dal suo fondatore, Gesù Cristo, senza la guida e la potenza dello Spirito Santo? Impossibile, poiché la sua missione, pur incarnata nelle realtà che sono di tutti gli uomini, ha, però, per finalità non un bene solo temporale, ma la salvezza che è Dio in persona. Da sempre convinti di questa necessità, ma oggi resi ancor più sensibili dalla celebrazione della Pentecoste, con tutte le forze in cuor nostro e coralmente diciamo:"Vieni Santo Spirito!".
  2. Ma chi è lo Spirito Santo, che così pressantemente invochiamo e che così esplicitamente viene definito "necessario", "indispensabile", "sine qua non" alla Chiesa, per la sua identità e per la sua azione?
    E' la terza persona divina, che, con il Padre e il Figlio, forma la famiglia di Dio e ne personalizza l'Unità. Proprio perché di tre persone, il Dio Unico è esempio a tutti di come realizzare ogni tipo di unità. Noi, famiglia umana, poiché fatti ad immagine della famiglia divina, abbiamo nelle nostre viscere il potenziale genetico per possedere, pur senza saperlo spiegare, il mistero del nostro Dio che si definisce Uno proprio in forza del fatto che è Trino.
    Un Dio "solo" sarebbe un Dio triste.
    Un Dio famiglia ha, al suo interno, al vertice di tutte le sue potenzialità, la gioia di generare, la gioia di essere generato e la gioia di essere la comunione d'amore tra il Padre e il Figlio.
    Noi a Pentecoste riceviamo la presenza della persona divina che, dall'eternità e per l'eternità, è la sussitenza dell'amore che il Padre ha per il Figlio e che il Figlio ha per il Padre.
    Possiamo dire che, ricevendo lo Spirito Santo, noi riceviamo il potere generante di Dio. Il Manzoni lo chiama "Amor".
  3. Presente nella Chiesa, lo Spirito Santo infonderà in noi gli stessi poteri che sono suoi.
    Chi Gli crede, si apre alla verità tutta intera.
    Chi con amore Lo accoglie, si dispone a riconoscere la molteplicità dei propri carismi ricevuti, poiché nessuno è uguale ad un altro e ognuno, nella sua originalità, è chiamato ad essere una preziosa ricchezza, che chiede di essere riconosciuta e valorizzata.
    Chi Lo segue, sente fortissima e insuperabile la logica che, quanto Dio ha distribuito ad ognuno, lo ha donato per permettere che ciascuno sia un protagonsita nell'edificare l'unità tra gli uomini per la costruzione sia politica che mistica del vero bene comune.
    Ci dice l'apostolo Paolo: "Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito... A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune".
    Badino bene quanti si ritrovano ricchi di intelligenza.
    Quel dono non è stato dato per diventare dei "divi" che si creano piccoli regni di consenso per un bene individuale e privato.
    Sarà giudicato dallo stesso Spirito di Sapienza chi ha ricevuto doni in abbondanza, ma ha tradito lo scopo, che è il bene comune.
    "Relativismo" è anche il vizio di chi, preso un dono, che ha in sé un carico di verità, anziché farlo convergere in unità, lo usa per seminare zizzania e conflittualità tra le altre piccole verità, inquinando il fine che è, e sempre deve rimanere, il bene comune.
  4. A tutti oggi viene posta la domanda: "Hai invocato su di te lo Spirito Santo?". Se non lo hai fatto, devi. Ma se lo hai fatto, di quale dono necessiti particolarmente? Nel progetto del bene comune c'è anche quello spazio che devi riempire tu.
    "Lo hai occupato con la tua personale risposta?".

Il Parroco: don Rinaldo Sommacal