Omelie
Omelia di domenica 25 novembre 2007 - Cristo Re
CRISTO RE - ANNO C - 2007
- Uno dei malfattori, appesi alla croce accanto a Gesù, quasi per sfidarlo, ironicamente gli disse:"Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso e anche noi!" Forse, nella fase processuale, aveva sentito Pilato porre a Gesù la domanda: "Sei tu il re dei Giudei?".
Pilato, o perché credette a Gesù, o per aggiungere umiliazione alle innumerevoli umiliazioni da Gesù patite in quelle ore, fece scrivere sulla croce, sopra il suo capo:"Questi è il re dei Giudei". Così facendo, proclamò Gesù re e gli eresse come trono la croce.
Pilato non sapeva di porre un immenso gesto profetico.
Così facendo, rivelò al mondo che Gesù non è venuto per dominare, ma per servire e per insegnare a noi che regnare significa amare, fino a dare la vita per i propri sudditi.
Gesù firmò il suo supremo servizio d'amore con il suo sangue.
Scrive l'apostolo Paolo ai Colossesi: "Piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli".
Proviamo a capire il significato sconfinato di queste affermazioni.
La pienezza dei poteri regali a Gesù uomo viene direttamente dalla sua divinità, a cui appartiene ogni potere nei cieli e sulla terra.
Gesù uomo, per esercitare la sua autorità, obbedì a Dio Padre che gli diede ogni potere in cielo e sulla terra.
Gesù Gli fu obbediente fino alla morte e alla morte di croce.
Inghiottito dalla morte, risorgendo vinse la morte. - Come esercita Cristo Re il suo potere regale?
Al ladrone, che alla sua sinistra, ingiuriando e bestemmiando, lo sfida di scendere dalla croce, Gesù risponde con il silenzio.
Non approfitta della disperazione di una persona per condannarla.
Gesù va oltre a ciò che si sente e si vede: Gesù legge nell'animo di quel bestemmiatore e gli dà tempo, perché si ravveda.
Sente il prevalere dell'ira, ma vi scorge anche i condizionamenti antichi che lo portarono ad essere un malfattore, un condannato a morte da parte della imperfetta giustizia terrena.
Cristo giudice vede in quell'uomo, non solo un bestemmiatore, ma anche una debole vittima di chissà quanti e quali crimini, favoriti a volte da parte delle deboli, partigiane ed imperfette leggi umane. Esempio ne sia la stessa condanna di Gesù.
Gesù dà a tutti il tempo per convertirsi, anche all'ultimo istante.
Quando Gesù al secondo ladrone, (che prese le sue difese contro le ingiurie del compagno di sventura e che, con un atto di fede che mai ci saremmo aspettati di udire in situazioni del genere, gli chiese: "Ricordati di me quanto entrerai nel tuo regno"), disse:
"Oggi stesso sarai con me in paradiso" (Lc 23, 39), dichiarò lo scopo primo della sua regalità: salvare tutti, ad ogni costo. - Ecco emergere chiari gli scopi del potere regale di Gesù:
- predicare al mondo, soprattutto a chi ha il compito di governare, la verità tutta intera.
Disse Gesù a Pilato: "Per questo sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità (Gv 18, 37)". - La verità che Gesù è venuto a predicare è questa: che Dio ci ha tanto amati, da mandare a noi il suo figlio unigenito, perché in lui tutti fossimo salvati.
- Gesù, entrato nel mondo, "si tolse la veste, prese un asciugatoio e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto" (Gv 13, 4...). Sotto questo gesto simbolico ci sta tutta la regalità di Cristo, regalità che consegnò alla sua Chiesa, dicendo:"Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri" (Gv 13, 14).
A me, che a nome vostro, oggi torno a chiedergli: "Dunque, tu sei re?", Gesù mi risponde: "Tu l'hai detto! Io sono re".
Ma aggiunge anche:"Il mio è un regno di giustizia e di pace. I miei sudditi vi entrano per le strade della misericordia e del perdono". Deo gratias per l'anno 2006-2007 che si congeda da noi. - predicare al mondo, soprattutto a chi ha il compito di governare, la verità tutta intera.
Il parroco: don Rinaldo Sommacal