Omelie

Omelia di domenica 18 marzo 2007 - Quaresima IV

QUARESIMA IV - ANNO C - 2007

Pasqua si avvicina. Viene da molto lontano. Ha radici faraoniche.
I cristiani hanno ereditato la Pasqua dal primo popolo di Dio, gli ebrei, che le vicende storiche trapiantarono in Egitto.

  1. Per gli ebrei la Pasqua (che significa passaggio) nacque come passaggio del mar Rosso, evento che segnò la fine della loro schiavitù in Egitto e l'inizio di una vita nuova nella libertà. La morale che dettò le norme per essere popolo pasquale, cioè libero e perennemente capace di costruirsi libertà, venne al popolo ebreo dalla fede ricevuta da Dio dal suo padre fondatore, Abramo. Abramo piantò tutta la sua fede e la sua morale sopra l'unico vero Dio, rigettando continuamente la tentazione dell'idolatria, il peggiore dei mali in cui può cadere un popolo, una religione.
  2. Per i cristiani, Pasqua è sì un passaggio, una grande liberazione dalla schiavitù alla libertà, ma non da una tirannia terrena a una indipendenza politica. Per i cristiani, la Pasqua ebraica divenne profezia di una liberazione, non più operata da un grande condottiero come Mosè, attraverso prodigi strepitosi, ma da un cammino interiore. La Pasqua, nata da un evento storico ai tempi di Mosè, per mezzo di Gesù, l'atteso Messia, divenne un cosmico evento salvifico. Gli ebrei attendevano per Messia un liberatore politico.
    Invece Gesù, il Messia, predicò una liberazione spirituale e morale.
    Terribile fu lo scontro tra la Pasqua di Gesù e le aspettative messianiche dei capi religiosi del popolo ebreo.
    O aveva ragione Gesù ed allora i capi ebrei dovevano cadere ai suoi piedi e chiedergli:"Cosa dobbiamo fare?". O ritenevano di aver ragione loro ed allora Gesù doveva essere eliminato, perché predicava, non un regno terreno, ma di conversione interiore, diametralmente opposto alle loro tesi. Una delle grandi accuse che gli scribi e i farisei, suoi antagonisti, gli mossero, fu: "Costui (Gesù) riceve i peccatori e mangia con loro". Gesù risponderà loro in mille modi, e, in modo insuperabile, con la parabola del "figliol prodigo" e del "padre misericordioso". Per gli scribi e i farisei il comportamento giusto è quello del fratello maggiore che accusa il padre di aver perdonato al figlio i suoi trascorsi errori e di averlo riaccolto, festosamente, in famiglia.
  3. Gesù predica l'avvento della nuova Pasqua che si fonda su due passaggi fondamentali:
    • la necessità della conversione per chi sbaglia (e tutti sbagliamo!)."Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te";
    • la capacità di perdonare alle offese ricevute:"Facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita".
    Lo scopo della Pasqua è la risurrezione finale: che ogni uomo di buona volontà, da qualsiasi situazione esca, possa sentire il Padre celeste dirgli: "Eri morto e sei tornato in vita" e udire il Messia dire al peccatore pentito: "Oggi stesso sarai con me in paradiso".
  4. Ecco la Pasqua cristiana: non un impero politico, ma una perenne liberazione dal peccato, con la mediazione di Cristo, per mezzo della conversione e del perdono, per la ricostruzione della salvezza universale, offerta ad ogni popolo e nazione, ad ogni singola persona, prescindendo dalla sua razza e nazionalità. La Pasqua cristiana non è distruzione e morte, ma la risurrezione universale dell'umanità, mediante la risurrezione di Cristo. Gesù, il Messia, è il mediatore dell'alleanza tra Dio e l'uomo.
    Gesù, come Dio, è l'infinito offeso che infinitamente ama e infinitamente perdona.
    Gesù, come uomo, è colui che liberamente si fa il peccato del mondo, per riparare ed espiare in continuazione, per distruggere la colpa, ogni colpa, nella infinita fornace ardente del suo divino amore, a favore di chiunque si voglia riconciliare con Dio. Chi è in comunione con Cristo, diventa creatura pasquale.
    Ecco la mistica operazione che dobbiamo fare come singole persone, ma anche come comunità, come popolo, come mondo intero. Così come siamo, con tutte le nostre colpe e potenzialità noi liberamente siamo invitati ad entrare in Cristo nostra Pasqua, la nostra terra promessa. I sacramenti ne sono la porta. "Lasciatevi riconciliare con Cristo" ci esorta l'Apostolo.

Il Parroco: don Rinaldo Sommacal