Migranti. Storie, immagini e canti dell'emigrazione bellunese

6 novembre 2010

Musiche e Canti del Gruppo Musicale Cantalaora

L'emigrazione bellunese nel secolo scorso si è rivelata fenomeno di rilevante importanza. Ogni partenza era un addio ai monti, un volgere lo sguardo al futuro, pensando al bene dei propri cari, ma nel contempo un lasciare il cuore al passato: "ti mando il mio povero cuore ferito per un sogno," scriveva Bettin all'amata, "partito al chiaro di luna per cercare un po' di fortuna." Questa ed altre testimonianze si sono susseguite nell'evento, organizzato dall'Associazione Antenna Anziani, dal titolo "Migranti. Storie, immagini e canti dell'emigrazione bellunese", svoltosi nel pomeriggio di sabato 6 novembre, con un'ottima partecipazione di pubblico, presso la Sala Muccin, al Centro Giovanni XXIII di Belluno. Il gruppo musicale feltrino dei Cantalaora, che già nel nome racchiude la quintessenza dell'evento, è stato il tramite per riportare alla mente alle persone più anziane un passato che forse, in molti, avevano vissuto direttamente, ma anche un modo per far conoscere alle nuove generazioni l'importanza del ricordo, per "formare il futuro guardando al passato". Francesco Padovani, voce narrante del gruppo, ha fatto percepire appieno ai presenti emozioni, spaccati di vita, sacrifici, privazioni, nostalgie e rimpianti di chi era costretto ad abbandonare l'amata terra per cercare altrove situazioni di vita migliori, ma senza la certezza di trovarle: i presenti hanno riso, si sono preoccupati per le sorti di coloro che stavano peggio, come se fossero persone a loro care. Catineta, Angiolina, Giuseppe sono solo alcuni dei nomi dei tanti protagonisti che, con le loro storie, hanno accompagnato musica e canti degli emigrati bellunesi sparpagliati in giro per il mondo e fatti rivivere in modo magistrale dal gruppo feltrino. Le parole sono state anche affiancate da fotografie in bianco e nero, trasudanti forte senso di aggregazione, seppur tinte dei colori della tristezza e della malinconia, anche se i ricordi, le lettere di chi era partito, "con la valigia in mano", non si facevano mai lamentose. Chi lasciava il bellunese per l'Europa, chi per gli Stati Uniti, meta per eccellenza, non sapeva cosa vi avrebbe trovato; famoso fu lo sciopero dei minatori che lavoravano al traforo del Gottardo, che richiamò l'attenzione sulla condizione in cui versavano gli emigrati italiani che qui avevano trovato impiego. I giorni trascorrevano in una logorante quotidianità, ma non per questo, come lo stesso Padovani ha raccontato, chiudendo il proprio intervento e lasciando ai presenti una nota di positività, i nostri emigrati "persero mai il gusto di ridere e di stare allegri, quando condividevano momenti in compagnia."

La presidente dell'Associazione "Antenna Anziani": Campagna Maria Agostina